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Clorpirifos, in Trentino si continua a usare mentre l'Efsa avverte la Ue: ''Probabili effetti genotossici e neurologici per i bambini''

Mentre a marzo l'assessora Zanotelli ribadiva che il pesticida può essere usato in agricoltura e in questi giorni l'ex assessore interroga la Pat perché sembrerebbero attivi nuovi trattamenti l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare spiega che ''non soddisfa i criteri previsti dalla legislazione per il rinnovo della sua autorizzazione all’uso nell'Unione europea''. Mattivi: ''Ciò vuol dire che potrebbe essere messo al bando entro gennaio 2020''

Di Luca Pianesi - 09 agosto 2019 - 06:01

TRENTO. Quel che è certo è che a marzo, solo quattro mesi fa quindi, l'utilizzo del clorpirifos è stato nuovamente autorizzato in Trentino con difesa in consiglio provinciale dell'assessora competente Zanotelli che rispondeva a due interrogazioni a firma Filippo Degasperi del Movimento 5 Stelle. In questi giorni è stato l'ex assessore all'agricoltura Michele Dallapiccola del Patt a interrogare nuovamente Zanotelli sul fatto che in questi giorni per contrastare la cimice asiatica si starebbe riutilizzando in due aree diverse del Trentino il clorpirifos e l'imidacloprid.

 

Il tutto mentre l'Efsa (L'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) boccia il clorpirifos specificando che non soddisfa i criteri previsti dalla legislazione per il rinnovo della sua autorizzazione all'uso nell'Unione Europea dichiarando in un documento scientifico che ha ''messo in luce preoccupazioni su possibili effetti genotossici e neurologici durante lo sviluppo suffragate da dati epidemiologici che indicano effetti nei bambini''. Il Clorpirifos è un pesticida usato per uccidere dei parassiti tra cui insetti e vermi in diverse colture ed è uno dei componenti più discussi usati in agricoltura, già considerato ''moderatamente pericoloso per l'uomo'' dall'Organizzazione Mondiali della Sanità. E la sua pericolosità sarebbe da ricondursi al fatto che blocca un enzima (acetilcolinesterasi), uno dei tanti neurotrasmettitori che mediano la comunicazione tra le cellule nervose. Questi effetti neurologici comportano rischi particolarmente elevati per i bambini quando i loro cervelli e sistemi nervosi si sviluppano.

 

Tutte questioni delle quali la Provincia è ben a conoscenza visto che già nel 2015 Vigilio Pinamonti, consigliere di amministrazione della Fondazione Mach aveva richiamato la Pat, nel suo provvedimento di deroga all'impiego del Clorpirifos etil, lamentando come la stessa Provincia non riconoscesse la pericolosità per un principio attivo da molti anni usato in frutticoltura e ancora presente nei protocolli di "lotta integrata". Il cerchio intorno a questo pesticida negli ultimi anni si è andato sempre più stringendo parallelamente all'emergere di studi e analisi che provavano con sempre maggiori forza la sua pericolosità e due giorni fa è arrivata, di fatto, una sorta di messa al bando dall'Europa. Il periodo di approvazione del clorpirifos, infatti, termina a gennaio 2020 e visto l'ultimo report dell'Efsa che specifica chiaramente che ''non è possibile fissare un livello di esposizione sicuro - o valore di riferimento tossicologico - per la sostanza'' è molto probabile che non verrà rinnovato.

 

''Laddove emergono degli elementi di preoccupazione - commenta a il Dolomiti Fulvio Mattivi docente di chimica degli alimenti dell'Università di Trento - penso sia fondamentale evitare di esporre sia i nostri prodotti che la popolazione a dei rischi pur potenziali. Sul clorpirifos come anche sul clorpirifos metile c'è ampia letteratura al riguardo e ora che anche l'Efsa si è espressa con parole così importanti che credo si tradurranno in uno stop a partire dal gennaio 2020 sarebbe importante anticiparne i passi invece che attendere tutte le ipotetiche scadenze''. 

 

Se da un lato, infatti, l'assessora all'agricoltura Giulia Zanotelli nella sua risposta di marzo ribadiva che ''L’utilizzo del clorpirifos metile è consentito nel disciplinare frutticolo 2019 della Provincia di Trento con le seguenti limitazioni “massimo un trattamento entro il 31 maggio. L’uso del clorpirifos metile sarà limitato alle sole situazioni stabilite nelle comunicazioni tecniche emesse'' dall'altro ''difendeva'' il clorpirifos metile rispetto al clorpirifos etil spiegando che ''le differenze fra le due forme chimiche sono sostanziali in quanto la forma metilica presenta un profilo tossicologico migliore, una tossicità acuta inferiore, minori indicazioni delle fasi di pericolo e una più rapida degradazione nel suolo''.

 

Una differenza che certamente esiste ma che per l'Efsa ha un importanza relativa visto che per entrambi il giudizio è che i dubbi superano le certezze sia per quanto riguarda la genotossicità (è la capacità di alcuni agenti chimici di danneggiare l'informazione genetica all'interno di una cellula causando mutazioni ed inducendo modificazioni all'interno della sequenza nucleotidica o della struttura a doppia elica del DNA di un organismo vivente) che per quanto riguarda i problemi neurologici che può causare nello sviluppo dei bambini. E quindi per il clorpirifos etil ''si ritiene che i criteri di approvazione applicabili per la salute dell'uomo di cui all'articolo 4 del regolamento (CE) n. 1107/2009 non sono soddisfatti'' (''Based on the above it is considered that the approval criteria which are applicable to human health as laid down in Article 4 of Regulation (EC) No 1107/2009 are not met'').

 

E nello studio dedicato al clorpirifos metil si specifica che gli stessi dubbi esistono per questa sostanza rispetto al grado di genotossicità (''the concerns raised for chlorpyrifos with regard to chromosome aberration and Dna damage (oxidative stress and topoisomerase II inhibition) may apply to chlorpyrifosmethyl, resulting in an unclear genotoxicity potential'')  e i problemi neurologici che può causare (''the DNT effects observed at the lowest dose tested in the DNT study with chlorpyrifos (decrease in cerebellum height corrected by brain weight), indicating a health concern, would be conservatively applied to chlorpyrifos-methyl''; ''the epidemiological evidence supports the developmental neurological outcomes in children for both chlorpyrifos and chlorpyrifos methy​''). 

 

Si è quindi aggiunto che ''la valutazione dei pericoli del clorpirifos metile discussa nella riunione di esperti inter pares dei pesticidi dell'aprile 2019 (questa emersa due giorni fa ndr) è stata in larga misura basata sulla somiglianza strutturale con il clorpirifos''. E per questo, per affrontare la discussione in maniera più approfondita e autonoma, ''si è convenuto di ridiscutere la questione in una riunione di esperti (che si terrà nel settembre 2019)''. Insomma i dubbi sono tantissimi, le perplessità enormi e la paura che si stiano causando danni alle comunità ha raggiunto i vertici europei. La speranza è che il Trentino, che spesso si è distinto anche nella lotta agli insetti e nella difesa delle coltivazioni con tecniche innovative e intuizioni al passo con i tempi, non debba attendere l'ultimo giorno di messa al bando 

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