Il cup è intasato per il vaccino anti-Covid per over 80 ma a saltare è tutto, dalle prenotazioni dai tamponi alle visite specialistiche
Dopo le interrogazioni in Consiglio provinciale di Lucia Coppola e Paolo Zanella, intervengono anche le parti sociali Cgil, Cisl e Uil con i sindacati pensionati: "Chi ha la fortuna di fissare l’appuntamento, scopre magari che per ricevere il vaccino deve spostarsi magari da Trento a Fiera di Primiero. Si riveda l'organizzazione. E se decide tutto il governo nazionale, la Provincia cosa fa?"

TRENTO. La scelta trentina di affidarsi all'unico canale del Cup per gestire le prenotazione dei vaccini contro Covid ha ripercussioni a livello generale. Troppo traffico per cercare di assicurarsi un appuntamento per la campagna vaccinale e diventa complicato prenotare un tampone oppure le visite per altri servizi. Insomma, le famiglie degli over 80 sono messe in difficoltà, così come tutti i potenziali utenti che si affidano al sistema online per altre esigenze. Questo poi rischia di comportare ulteriore pressione sulle altre parti per riuscire a rispondere alle esigenze affidandosi eventualmente alle linee telefoniche. In queste ore si è lavorato a potenziare ulteriormente la piattaforma e adesso il portale dovrebbe essere accessibile, fa sapere l'Apss.
Oggi ufficialmente (e ieri sera informalmente) è stata aperta la finestra per raccogliere altre adesioni tra gli over 80. Dopo la prima partenza difficoltosa, era stato promesso che il portale sarebbe stato potenziato anche se Fugatti, ieri, aveva già messo le mani avanti spiegando che ci sarebbero potuti essere dei problemi, e infatti la ripartenza è stata nuovamente farraginosa. Anche questa volta tante le famiglie in difficoltà (Qui articolo) e moltissime le segnalazioni di disservizi e lentezze.
L'Azienda provinciale per i servizi sanitari è intervenuta per chiarire che il sito "pur con difficoltà, sta reggendo alla grande richiesta di accessi". "L'Apss si scusa per il disagio, chiede alla cittadinanza di pazientare e consiglia di accedere al sistema anche nei prossimi giorni per diluire le prenotazioni e ricorda che la prenotazione online è accessibile 24 ore su 24. Sono stati aperti posti in agenda per 22.500 persone (per un totale 45 mila dosi) e tutte le persone nate prima del 31 gennaio 1941, che non si sono ammalate di Covid-19 negli ultimi tre mesi, saranno vaccinate al massimo entro metà aprile".
La previsione è quella di terminare all'incirca a metà marzo la somministrazione delle dosi di vaccino a questa platea di ultraottantenni, circa 38 mila persona, mentre tra pochi giorni dovrebbe concludersi il ciclo per gli ospiti residenti nelle Rsa del territorio. Anche oggi lentezze e interminabili attese davanti al computer. Il sito del Cup intasato, inoltre, si ripercuote sui vari servizi: difficile prenotare un tampone e altre visite a causa della centralizzazione delle prenotazioni su questo unico canale.
Dopo le interrogazioni in Consiglio provinciale di Lucia Coppola e Paolo Zanella, intervengono anche le parti sociali Cgil, Cisl e Uil. "La Provincia e l'Apss - commentano Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti insieme ai sindacati pensionati con Ruggero Purin (Spi), Tamara Lambiase (Fnp) e Claudio Luchini (Uil) - devono cambiare organizzazione. E’ evidente che il metodo adottato fino a questo momento ha prodotto solo caos, mettendo moltissimi anziani, soprattutto quanti non hanno alle spalle dei familiari giovani, in una situazione di ansia e frustrazione".
Numerose anche oggi, infatti, le difficoltà. "Prendere appuntamento è un’impresa titanica con questa organizzazione. Anche chi ha la fortuna di fissare l’appuntamento - proseguono Grosselli, Bezzi e Alotti, Purin, Lambiase e Luchini - scopre magari che per ricevere il vaccino deve spostarsi magari da Trento a Fiera di Primiero e per un anziano non sempre è fattibile. Ci chiediamo con quale criterio siano stati assegnati i quantitativi sui territori. Se si va avanti così si rischia di compromettere l’efficacia del vaccino. Troviamo assurdo che il presidente Fugatti continui a difendere un sistema che non funziona, invece di pretendere che i problemi trovino soluzione".
I sindacati intervengono anche sul tema degli approvvigionamenti, suggerendo a piazza Dante di muoversi nella direzione che pare vogliano seguire Veneto, Friuli Venezia Giulia e Emilia Romagna, cercando di verificare la possibilità di altre forniture, anche di vaccini diversi rispetti a quelli a oggi arrivati in Italia, ovviamente sempre dopo l’approvazione di Ema e Aifa.
"In questa situazione in cui manca qualsiasi certezza sui tempi e i quantitativi, c’è poi il paradosso delle dosi AstraZeneca arrivate in Trentino e non ancora usate. Vista la lentezza con cui procedono le decisioni romane sarebbe opportuno che la Giunta provinciale si assumesse le proprie responsabilità e avviasse subito la campagna sugli under 55, individuando le categorie da vaccinare. Se si aspetta che su tutto decida il governo centrale, la Provincia cosa fa?”, concludono i sindacalisti.