Vino fatto in casa? Ecco i "trucchi" per renderlo migliore
Laureato in Scienze Agrarie all'Università di Padova, dal 1961 al 1994 è stato docente all'Istituto Agrario di San Michele
Anche il vino fatto in casa con uve proprie del viticoltore o acquistate da terzi può richiedere interventi correttivi. Luciano Groff, consulente enologico della Fondazione Mach, accenna a due situazioni frequenti e suggerisce gli interventi da adottare. Se il vino rosso ad oltre un mese dalla vendemmia risulta ancora acerbo, significa che la trasformazione dell’acido malico in acido lattico che lo rende più gradevole non si è ancora completata.
Si deve rinviare pertanto l’eventuale aggiunta di bisolfito al vino che bloccherebbe l’attività dei batteri malolattici. Se invece il vino risulta ancora un po’ dolce, si deve riscaldare la cantina o procedere ad un travaso del vino all’aria. Il contatto con l’ossigeno risveglia le cellule dei lieviti ancora vive che completeranno la fermentazione dello zucchero residuo.