Le rondini tardano ad arrivare, si stima un calo di oltre il 40% della popolazione
Laureato in Scienze Agrarie all'Università di Padova, dal 1961 al 1994 è stato docente all'Istituto Agrario di San Michele
Il mancato o ritardato arrivo delle rondini alla data tradizionale del 21 marzo induce a pensare alle cause che possono avere determinato il fenomeno.
La Lega italiana protezione uccelli (Lipu) stima un calo della popolazione di rondini di oltre il 40%. Sono meno pessimisti due esperti trentini interpellati sull’argomento.
Sergio Abram che risiede in Val di Non, pur riconoscendo che rispetto a qualche decennio fa oggi si usano antiparassitari meno velenosi, chiama in causa gli atomizzatori. Questi sollevano di molte decine di metri una nube di goccioline e di insetti che le rondini assumono in volo.
Tra pochi anni comunque tutta la Val di Non sarà convertita alla frutticoltura biologica per inevitabili ragioni di sopravvivenza economica.
Paolo Pedrini, zoologo del Muse di Trento, non esclude che anche quest’anno le rondini tornino a nidificare almeno nelle stalle dove trovano mosche e altri insetti di cui nutrirsi.
Non esclude che le rondini abbiano cambiato luoghi di svernamento e di approdo per colpa del cambiamento climatico. Dice infine che le alte temperature primaverili fanno risvegliare in anticipo gli insetti che poi vengono a mancare in giugno quando le rondini devono nutrire la covata.