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Orsi, non dobbiamo essere angosciati e abbattuti ma non possiamo nemmeno seguire la strada indiscriminata di tutti contro tutti

Foto d'archivio
DAL BLOG
Di Nicola Zoller - 02 July 2023

Socialista dal 17° anno d'età, continua a dedicarsi allo studio del pensiero progressista e democratico

"Siamo figli delle stelle" cantava Alan Sorrenti, in sintonia col sapere scientifico secondo cui sulla Terra le cose inanimate e quelle vitali vengono tutte da lì, dagli astri originati dal big bang, da quel grande scoppio risalente a quasi 14 miliardi di anni fa. La Terra prese forma 4,5 miliardi di anni or sono, mentre le prime forme di vita risalgono a 3,5 miliardi di anni fa.

 

Ci sono stati continuamente fasi biologiche di sviluppo e di crisi, che hanno portato anche all’estinzione di molte forme viventi, come avvenne alla fine del Cretaceo, circa 65 milioni di anni fa, quando l'85 per cento delle specie viventi si estinsero. La nostra specie di homo sapiens sapiens da cui tutti proveniamo è comparsa circa trentamila anni fa, evolvendosi da altre specie precedenti del genere homo. "Penso che la nostra specie non durerà a lungo" ha scritto in Sette brevi lezioni di fisica’ il professor Carlo Rovelli: già siamo consapevoli "dell’inevitabilità della nostra morte individuale", ma presto anche la nostra specie dovrà rendersi consapevole che arriverà la propria fine. Infatti "apparteniamo a una specie a vita breve", i nostri 'cugini' del genere homo si sono già tutti estinti. Toccherà anche a noi, che siamo gli homines sopravvissuti da poco più di 30.000 anni, un soffio rispetto ai 4,5 miliardi di anni della Terra, che a sua volta andrà a dissolversi tra 5 miliardi di anni nel Sole, uno dei milioni di soli della nostra Via Lattea, sperduta anch’essa tra miliardi di altre galassie.

 

Riporto questi dati per inquadrare le polemiche della nostra vita contemporanea nell’ambito di una permanente fragilità dell’essere umano che sfugge alla maggior parte di noi, quando ci sentiamo padroni assoluti dei nostri punti di vista e del nostro destino. E invece siamo effimeri e oggi dovremmo anche sapere di essere il frutto di una evoluzione in cui "abbiamo bisnonni in comune con le farfalle e con i larici" come ci ha spiegato sempre il professor Rovelli e quindi anche con gli orsi.  Eccoci finalmente arrivati al punto e ricondotti all’attualità delle deflagranti controversie partite dal Trentino e allargatesi su scala nazionale e oltre, di fronte alla morte di un giovane uomo ad opera di un’orsa in val di Sole nell’ aprile 2023.

 

Ci sarà una inevitabile reazione. Tutti devono rendersi conto che la vita sulla terra è sempre stata contrassegnata da una "lotta per la sopravvivenza" attraverso selezione all’interno dei generi che raggruppano specie simili tra loro, e attraverso la competizione tra i generi viventi, segnatamente tra l’uomo e le restanti forme di vita sulla terra. A quest’ultimo proposito anche la religione aveva proclamato il compito affidato all’uomo dal Dio della Genesi: "L’uomo domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra… Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela".

 

Quanta strada è stata fatta da allora, anche in controtendenza rispetto alle predizioni bibliche! Soffriamo nel vedere tanta animosità tra uomo e uomo, e tra uomo e altri animali. Ritorniamo alla vaghissima premessa di questa nota: siamo tutti figli delle stelle, non siamo soli, e in un futuro non lontanissimo la nostra specie umana sparirà, assieme agli altri generi viventi. Insieme alle cose inanimate, la Terra si dissolverà mescolandosi nella polvere cosmica per creare forse nuove possibilità e nuovi eventi, come predice il fisico Rovelli. Se abbiamo la consapevolezza – privilegio solo dell’uomo – di essere effimeri, non dobbiamo perciò essere necessariamente "angosciati e abbattuti" né spingerci sulla strada della violenza indiscriminata "di tutti contro tutti": dobbiamo reagire con mite razionalità. Con questi principi è auspicabile che agiscano la specie umana e i governi che la reggono: difendersi, ma con giudizio.

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