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"Picchiato, abbandonato, con la coda rotta, ma non mollo": il gatto Fritz che fa strage di cuori

Al gattile di Trento il micione rosso c'è arrivato dopo mille peripezie. Lo hanno trovato in un tombino dopo che era stato maltrattato: "Ma oggi qui sto bene, tra caldo, carpaccio e tante belle gattine"
Il gatto rosso Fritz
DAL BLOG
Di Barbara Mastronardi - 20 novembre 2016

 Ribelle quanto basta amo gli animali e in particolare i gatti. Inseguo sempre i miei sogni come quello di scrivere e da sempre racconto storie spesso e volentieri di mici e micie.

Non riesco a stare tanti giorni senza andare a trovare i miei amici pelosi. Soffro di astinenza...da micio. Qui mi posso beare letteralmente di cuccioli deliziosi, gatti veterani e scafati e mamme con i loro piccoli. Ne approfitto per dire che ogni aiuto, di qualsivoglia natura esso sia, è ben accetto qui al gattile,dove ogni giorno è diverso dall'altro, dove la sofferenza è curata e alleviata con tanti tanti sacrifici e ognuno dei miei amici ha dalla signora Elena e dai suoi collaboratori, tutti volontari, un piccolo atto di dolcezza ogni volta che si incontrano. Ogni attimo che passano qui è un riscatto per quanto hanno patito in passato.

 

Oggi vi voglio raccontare la storia di Fritz.

 

Mangio pensieroso il mio carpaccio. Quanto mi piace. Mi fa impazzire.

La signora Elena me lo da spessissimo. Le voglio tanto bene. E non solo per il carpaccio, non sono un tipo così materiale. Se non ci fosse stata lei con i suoi amici non so come avrei fatto a cavarmela. Davvero.

Torniamo un po' indietro. Era tutto talmente buio che persino io che ero un gatto non vedevo un fico secco. Mi faceva male tutto. Anche i baffi. Ma come eravamo arrivati a questo punto? A questo dannato punto?

Ero così felice. Prima. Libero, indipendente. Nella mia strada ero il re. Le ragazze mi guardavano sornione e civettuole quando passavo per la strada con il mio passo elastico. Intendo le gatte, naturalmente, anche se pure il gentil sesso umano non disdegnava di farmi una carezza. Per forza. Ero una forza della natura.

 

C'è n'era una nera che era un vero bijou: snella, ancheggiava con sapiente maestria guardandomi con i suoi occhi blu cobalto e ogni volta mi mandava in tilt. Poi c'era quella bianca candida con gli occhi gialli che aveva un miagolio che rimescolava il cuore. Del resto nessuna resisteva al mio fascino di rosso mal pelo.

Sì sono rosso. Robusto e atletico o almeno lo ero, e non per essere modesto, davvero un gran conquistatore. Il cibo non mi mancava, quelli del ristorante mi allungavano un sacco di leccornie. Me la passavo da re. Una sera, mentre perlustravo i dintorni, in cerca di nuove conquiste, d'un tratto mi si avvicinarono due ragazzacci. Davvero due poco di buono. Puzzavano come non mai, ridevano sguaiati e purtroppo mi presero di mira.

 

Tentai di scappare, ma erano svelti. E crudeli. Si vedeva. Riuscirono a prendermi e così, solo per gioco, mi riempirono di bastonate alla schiena. Miagolai con quanto fiato avevo in gola. E questo li inasprì ancora peggio. Mi buttarono con una violenza inaudita in quel tombino era umido, puzzolente e mi vergogno un po' a dirlo ma avevo davvero una fifa terribile. Che potevo fare? Piangere? Mai. Un vero gatto non lo fa. Miagolai. Di nuovo. Più forte che potevo. Qualcosa sarebbe successo.

 

Passarono ore solitarie, con dolori sempre più lancinanti finché, finalmente, d'un tratto vidi un viso che si sporgeva dal tombino. Un viso amico. Anche questo si percepiva all'istante . Fu complicatissimo. Con un articolato incrocio di corde, scale e carrucole riuscirono a tirarmi fuori. Ero uno straccio. Scoprirono poi che avevo la coda spezzata e la milza spappolata. Un vero reduce del Vietnam. La convalescenza fu lunga. Un atroce incubo. Doloroso e interminabile.

 

Ma io sono tosto. Tosto e testardo. E i miei salvatori sono stati meravigliosi. E gliene sarò grato in eterno e quando si avvicinano vincerei il campionato mondiale delle fusa. Sono guarito.

Ora sono qui, in questo posto fantastico, caldo e accogliente, mangio il mio adorato carpaccio ogni volta che voglio e volete sapere? Con questa coda strana, che rimane sempre alta mio malgrado, faccio strage di cuori come non mai. Le stendo con il mio fascino latino.Qui è una pacchia, una meraviglia, femmine nuove quasi ogni giorno, di tutte le età, nere bianche, rosse, pezzate, occhi blu, verdi gialli, c'è da perderci la testa.

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