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Trova una “strana” zecca in casa (FOTO), l'esperto: “Sappiamo poco sulle conseguenze dei morsi di questi artropodi sull’uomo”. Ecco di che specie si tratta

"Ricorda una zecca ma non credo lo sia: cos'è?". La domanda (con tanto di foto) è apparsa di recente sulla pagina Facebook "Citizen Science Muse" e a rispondere ci ha pensato l'aracnologo Ivan Petri: "Queste zecche parassitano raramente l'uomo: per questo, i loro morsi sono poco studiati". Ecco cosa c’è da sapere 

Di S.D.P. - 13 marzo 2025 - 11:00

RIVA DEL GARDA. Si è trovata una zecca molto "strana" in casa e, non sapendo esattamente di cosa si trattasse ma soprattutto come comportarsi, ha deciso di pubblicare una fotografia (DI SEGUITO) sulla pagina Facebook "Citizen Science Muse", chiedendo un parere degli esperti.

"Ricorda una zecca ma non credo lo sia: cos'è?", ha chiesto la donna, alla quale ha risposto poco più tardi l'aracnologo Ivan Petri, che ha chiarito: "Si tratta di una zecca molle del genere Argas. Solitamente sono parassiti dei piccioni (Argas reflexus) e in rari casi parassitano l’uomo. Per essere sicuri della specie bisognerebbe vederla da vicino per poter escludere altre specie di questo genere".

 

In generale, come spiega Petri, intervistato da Il Dolomiti, "le zecche sono aracnidi dell’ordine degli Arancina. Sono ectoparassiti che si nutrono del sangue dei loro ospiti restano attaccati alla loro pelle grazie alla loro struttura boccale specializzata (ipostoma) - premette -. In Italia sono presenti due famiglie facilmente distinguibili anche ad occhio nudo: Ixodidae e Argasidae. Le prime sono chiamate anche “zecche dure” per la loro presenza di uno scudo chitinoso che ricopre totalmente o in parte il loro corpo".

 

"Nella seconda famiglia invece - spiega, riferendosi in particolare al 'caso' apparso su Citizen Science Muse - rientrano le così dette “zecche molli”, vista l’assenza dello scudo chitinoso. La specie più comune in Italia della famiglia Argasidae è Argas reflexus, chiamata anche “zecca del piccione”. Questa specie infatti è strettamente associata al piccione (Columba livia) e di conseguenza è ben presente in città e nelle aree antropizzate in cui il piccione forma numerosa colonie".

 

"La zecca si nutre principalmente del sangue del piccione e raramente viene trovata su altre specie di uccelli. Questa specie tende a colonizzare le aree in cui i piccioni si riparano durante la notte, momenti in cui la zecca sale sul piccione per nutrirsi. Durante il giorno si ripara nelle fessure dei muri, in prossimità dei nidi dei piccioni, e talvolta possono essere ritrovate anche in casa se sull’edificio è presente un nido di piccioni".

 

Non a caso, la zecca molle fotografata negli scorsi giorni è stata trovata in centro storico a Riva del Garda al quarto piano di un condominio. Più precisamente, in un piccolo locale caldaia fuori dall'appartamento della donna che ha pubblicato la foto: "C'è una finestrella - ha dichiarato lei stessa a Il Dolomiti - e sul davanzale per un periodo hanno vissuto dei piccioni, mai cacciati: ora però è da qualche mese che non ci sono più".

 

Per quanto riguarda i morsi sull’uomo, Petri sottolinea che "sono molto rari e poco studiati. Il sintomo riscontrato più di frequente è una reazione cutanea dell’area colpita (prurito, rossore, gonfiore ndr) - conclude -. Tuttavia viene definita come potenziale vettore di patologie come spirochetosi, rickettsiosi, febbre Q e micosi. La maggior parte delle osservazioni di questa zecca in casa avvengono in casi in cui i nidi dei piccioni sono stati allontanati e le zecche hanno migrato alla ricerca di nuovi nidi, arrivando involontariamente all’interno delle abitazioni".

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