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La torre telefonica di 22 metri 's'impone' su un piccolo paese di montagna, a Montevaccino è polemica. Italia Nostra: "Sconvolta l'identità del territorio"

Italia Nostra che ha deciso di tornare sul tema dell'antenna telefonica, chiamata anche “torre telefonica” per la sua altezza, che è stata posizionata a Montevaccino

Di GF - 19 gennaio 2025 - 19:40

TRENTO. “Le infrastrutture per la telefonia mobile sono necessarie e nessuno intende rinunciare al cellulare o al collegamento con i media. Tuttavia, ciò non significa rinunciare a una valutazione più estesa, rifiutando a priori qualsiasi alternativa”. A dirlo, attraverso una nota, è Italia Nostra che ha deciso di tornare sul tema dell'antenna telefonica, chiamata anche “torre telefonica” per la sua altezza, che è stata posizionata a Montevaccino.

 

La vicenda era  finita anche in consiglio comunale a Trento con l'interrogazione che è stata presentata alcune settimane fa dai consiglieri comunali di Autonomisti per Trento, Albero Pattini e Tiziano Uez (Qui l'articolo)

“L'antenna, o meglio, data la sua altezza,  la 'torre telefonica' che da pochi giorni domina il paesaggio di Montevaccino è il concretarsi di una stridente dissonanza: il piccolo paese di montagna – spiega Italia Nostra - simbolo di un’ambiente di vita autentica, ancora legata alla natura e in sintonia con essa, viene oggi marcato da un segno tanto vistoso quanto incongruo, emblema delle onde elettromagnetiche”. 

 

Per ogni problema tecnico esistono soluzioni più economiche, altre più funzionali, altre più rispettose dei valori paesaggistici (e quindi culturali ed economici) del contesto. E quando si opera in un contesto di notevole rilievo paesaggistico-ambientale, è indispensabile analizzare attentamente le possibili soluzioni, assieme a tutti gli enti e soggetti interessati, cittadini inclusi. “L’Ente pubblico invece – spiega l'associazione - non ha condiviso con alcuno una decisione tanto impattante, sia sotto l’aspetto psicologico, sia per quanto riguarda l’inserimento paesaggistico, individuando un’area agricola a ridosso dell’abitato”.

Riguardo al valore del paesaggio, Italia Nostra ricorda che la Costituzione, all'articolo 9, "tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione [...] nell'interesse delle future generazioni"; e che la Convenzione europea del paesaggio del 2009 fa del paesaggio un soggetto giuridico, un elemento chiave del benessere individuale e sociale la cui salvaguardia, gestione e progettazione comporta diritti e responsabilità per ciascun individuo. Si parla di diritto al paesaggio, in quanto prodotto dall'azione cosciente e sistematica della comunità; di paesaggio come bene comune dove l'interesse collettivo prevale su quello del singolo: se si deturpa il paesaggio, si sottrae qualcosa alla comunità. Un concetto che dovrebbe essere più radicato nella coscienza collettiva. 

 

“Estranea a questo quadro istituzionale e culturale – spiega ancora l'associazione - la torre telefonica appare un elemento che accentra impropriamente l'attenzione, s'impone sull'intero territorio sconvolgendone l'identità”. La sezione trentina d'Italia Nostra chiede alle istituzioni  “di rivedere la soluzione adottata, spostando la torre in un luogo meno esposto – da individuare per mezzo di adeguata partecipazione pubblica – rendendo la sua presenza più rispettosa dell’abitato e del paesaggio. Nella sua "Storia del paesaggio agrario italiano" Emilio Sereni prevedeva, già allora (1961), che il bello fosse destinato a essere sopraffatto dall'utile. Montevaccino fornisce l'ennesima conferma”.

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