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L'Anac dà l'ultimatum al Comune di Levico: "Rispettate le regole sulla trasparenza". Il Movimento 5 Stelle chiede le dimissioni del sindaco

L'Autorità nazionale anticorruzione di Cantone ha certificato che il sito del comune alla sezione "Amministrazione trasparente" presenta innumerevoli "omissioni". E chiede di conoscere i "responsabili". Solo un mese fa avevamo accertato che almeno un centinaio dei comuni trentini erano fuori legge 

Di Luca Pianesi - 14 gennaio 2017 - 19:26

TRENTO. Dimissioni: le chiede il Movimento 5 Stelle al sindaco di Levico ed è pronto a urlarle in piazza il 28 gennaio con una manifestazione pubblica. La ragione? Il mancato rispetto delle leggi nazionali sulla trasparenza certificato in questi giorni anche dall'Anac (l'Agenzia nazionale anticorruzione) che, dopo aver analizzato il sito del comune termale alla sezione "Amministrazione trasparente" ha scritto al primo cittadino Michele Sartori ribadendogli che sono tantissime le "omesse pubblicazioni".

 

Da decreto legge 33 del 2013, infatti, tutti gli enti pubblici sono obbligati a rispettare le norme sulla trasparenza pubblicando i dati relativi ai loro dirigenti, amministratori, rappresentanti, le delibere, gli atti di indirizzo e ogni dato sensibile. Lo scopo è diventare, appunto, trasparenti nei confronti del cittadino che così può trasformarsi nel primo "controllore della sua amministrazione".  Ciò è specificato anche nei "principi generali" della norma, all'articolo 1: la trasparenza ha "lo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull'utilizzo delle risorse pubbliche".

 

E proprio un cittadino, Mauro Direno, è stato il primo ad occuparsi con perseveranza e attenzione della questione. Essendo della zona di Levico ha cominciato ad analizzare il sito del suo comune scoprendo "la mancanza dell'80% dei dati delle sezioni e sotto-sezioni previste dalla normativa; la mancanza - si legge anche nella nota dell'Anac che ha ricostruito la vicenda prima di dare l'ultimatum all'amministrazione - dei contenuti dei relativi obblighi di legge; la pubblicazione dei dati non conforme alle disposizioni" e tanto altro ancora.

 

E l'Anac aggiunge: "Si invita il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza ad adeguare il sito web del comune di Levico Terme (...); in relazione alla mancata pubblicazione dei dati ex art 14 (gli obblighi di pubblicazione concernenti i componenti degli organi di indirizzo politico come i dati su sindaco e altri consiglieri) e 22 (Obblighi di pubblicazione dei dati relativi agli enti pubblici vigilati, e agli enti di diritto privato in controllo pubblico, nonché alle partecipazioni in società di diritto privato), trattandosi di fattispecie sanzionabili (...) di fornire nel termine di 30 giorni sintetica disamina delle motivazioni del mancato adempimento, completa di documenti comprovanti l'attività svolta per favorire l'assolvimento dell'obbligo di pubblicazione (es copie delle richieste dati ed eventuali note di sollecito) e nel caso in cui lo stesso sia dipeso dalla mancata comunicazione da parte dei soggetti obbligati, di trasmettere i dati identificativi completi del soggetto inadempiente". 

 

Un passaggio molto importante quest'ultimo. Da delibera 66 del 31 luglio 2013, infatti, chi non rispetta le regole rischia di incorrere "in una sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 10.000 euro" con tanto di "pubblicazione del provvedimento sanzionatorio sul sito internet dell’amministrazione o dell’organismo interessato". L'Anac, quindi, vuole cominciare a sapere chi sono i responsabili (e quindi i sanzionabili) se chi doveva adeguare i siti e vigilare (quasi sempre identificati con i segretari comunali) o i rappresentanti politici che non hanno fornito ai primi il materiale richiesto. Usiamo il plurale perché a quel che è risultato a noi il sito del comune di Levico, tutto sommato, risultava essere anche uno di quelli più aggiornati (anche perché dopo le varie segnalazioni di Direno qualcosa si era mosso) della provincia. Un mese fa, infatti, avevamo fatto un'inchiesta per verificare se i Comuni trentini erano a posto per quanto riguardava la voce "compensi ai sindaci" (una delle più banali, semplici e importanti voci tra quelle previste dalla legge sull'amministrazione trasparente) e il quadro che emergeva era che su 175 comuni oltre 100 erano fuori legge.  

 

Ma non ci sono solo i Comuni. A inizio dicembre sempre su richiesta di Fraccaro e Degasperi l'Anac aveva già intimato un altro ente pubblico trentino, le Comunità di Valle, di adeguare i propri siti internet alle leggi sulla trasparenza. "Le amministrazioni avevano tempo per mettersi in regola entro il 23 dicembre - spiega il consigliere provinciale Degasperi - adesso proseguiremo all'analisi dei siti e se saranno ancora fuori legge lo comunicheremo a Cantone e all'Anac. Spiace che non sia la Provincia a farsi garante di questo processo di adeguamento degli enti locali alle normative nazionali. Dovrebbe essere lei la custode dell'autonomia e del rispetto delle regole e invece se ne lava le mani". Ed è un grave errore perché se l'Anac, davvero, si dovesse mettere, legittimamente, a fare le "pulci" alle amministrazioni trentine queste potrebbero rischiare delle sanzioni milionarie (e non importa se nel resto d'Italia altri non rispettano le regole, noi siamo qui e qui vorremmo che le cose venissero fatte correttamente).

 

"Sembra che in Trentino nessuno si curi di far rispettare le norme sulla trasparenza - prosegue Degasperi che oggi ha presentato il tema con i consiglieri M5S di Levico -. Persino la Provincia, che deve controllare sul rispetto della normativa e intervenire in caso di inadempienza se necessario con il commissariamento, ha difficoltà a rispettare la legge sulla trasparenza al proprio interno. Con l’interrogazione del 29 luglio scorso chiedevamo conto delle discrepanze riscontrate nella retribuzione di un dirigente di una partecipata: sul sito web della provincia è indicata una cifra, sul sito della partecipata ne è indicata un’altra. Da cinque mesi attendiamo una risposta, perché in piazza Dante devono effettuare non meglio precisati approfondimenti. Non è la prima volta che chiediamo alla Provincia di intervenire, ma finora se ne è sempre lavata le mani; tramite il deputato Fraccaro abbiamo portato il problema anche a Roma. I cittadini dovrebbero indignarsi: perché gli enti pubblici usano i nostri soldi e se la gestione è opaca è lì che si insediano gli episodi di corruzione".

 

Maurizio Dal Bianco, consigliere comunale M5S a Levico Terme: "Alla trasparenza sono legate tante informazioni, che hanno a che fare con l’urbanistica, la sanità, l’economia di un comune. È una legge fatta apposta per mettere in moto un meccanismo di vigilanza da parte dei cittadini, che va nell’interesse di tutti. Invece, come è successo a Levico, gran parte della documentazione non viene resa pubblica, vengono elargiti soldi che non dovrebbero essere elargiti: se i cittadini lo sapessero si arrabbierebbero. Il responsabile di tutto ciò è il sindaco e sabato 28 gennaio faremo una grande manifestazione davanti al municipio per chiederne le dimissioni". 

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