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Post pandemia, flop dei congedi per i padri in Trentino-Alto Adige. I dati dell'Ipl e la Commissione: "Non c'è stato un cambio di paradigma"
La curva del pre-pandemia mostra una lenta ma costante crescita dei padri che usufruiscono di un'aspettativa facoltativa dal lavoro. In Trentino-Alto Adige oltre 4.700 padri in congedo di paternità obbligatorio. Munari: "E' una situazione che non ci può soddisfare"

BOLZANO. "Nel post Covid i congedi per i padri non decollano. In Trentino-Alto Adige sono poco più di 4.700 i padri in congedo di paternità obbligatorio". E' questo quanto emerge dagli ultimi dati elaborati in occasione della Festa del Papà dall'Istituto Promozione Lavoratori e dalla Commissione provinciale per le pari opportunità sul congedo parentale paterno in Trentino-Alto Adige e sui beneficiari dell'Assegno al nucleo familiare +, previsto dalla Provincia di Bolzano come sostegno alla paternità attiva.
La curva del pre-pandemia mostra una lenta ma costante crescita dei padri che usufruiscono di un'aspettativa facoltativa dal lavoro. "La prolungata chiusura delle scuole e dei servizi all'infanzia nella primavera 2020 e le riaperture a singhiozzo dallo scorso autunno hanno fatto pensare a un cambio di paradigma per quanto concerne i congedi dei padri, ma così non è stato", spiegano Ipl e la Commissione in una nota.
Per fare un passo in avanti rispetto all'uguaglianza di genere è importante infatti riconoscere ai papà la possibilità di lavorare in maniera più flessibile e di poter aumentare la propria partecipazione in famiglia, "ma occorrono un cambio di mentalità e sostegni al reddito sostanziali".
"In presenza di un gender pay gap significativo a sfavore delle donne - sottolinea Monica Murari, già vicepresidente del'Ipl - è inevitabile che, in condizioni di salari bassi e elevata inflazione, il partner che guadagna di più eviti di assentarsi dal lavoro, perché il suo contributo può risultare decisivo per arrivare a fine mese, ma è una situazione che non ci può soddisfare".
In Trentino-Alto Adige oltre 4.700 padri in congedo di paternità obbligatorio
Nel 2021 sono stati oltre 4.700 i padri lavoratori dipendenti del settore privato, residenti in Regione, che hanno usufruito del congedo obbligatorio di paternità, un numero in netto aumento rispetto agli anni passati. La misura, già introdotta in via sperimentale per gli anni 2013-2015, è finalizzata a sostenere la genitorialità, e nel 2022 sono state introdotte ulteriori novità in questo ambito.
"Con il recepimento della direttiva Ue numero 2019/1158 - spiega Donatella Califano, vicepresidente della Commissione provinciale per le pari opportunità -, si mira al raggiungimento della parità di genere, promuovendo la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e l'equa ripartizione delle responsabilità di assistenza familiare".
Congedo parentale facoltativo dei padri in calo dopo il 2020
Ciò che mettono in luce i dati è un calo del congedo parentale facoltativo dopo il 2020. Dal 2009 al 2020, invece il numero di padri beneficiari è risultato in lento ma costante aumento.
"I padri in congedo facoltativo erano passati dal 10,6% al 28,0% del totale dei beneficiari - viene scritto nel rapporto -, ma nel 2021 la quota è di nuovo diminuita al 24,4%, un dato che non è proprio incoraggiante per poter pensare ad un cambio di paradigma nella gestione dei carichi familiari. Il numero di congedi concessi ai padri, che si aggirava attorno al 12% del totale nel periodo pre-Covid, dopo il picco del 15,2% toccato nel 2020, nel 2021 è nuovamente sceso all'11,9%".
Va sottolineato che i congedi dei padri continuano a essere più brevi rispetto a quelli delle madri e non accennano a crescere in misura significativa. Nel 2021 la media è di 83 giorni se a prenderlo era la madre e 35 giorni se a prenderlo era il padre. "La durata del congedo facoltativo dei padri - osserva la ricercatrice Ipl Maria Elena Iarossi - si aggira dunque attorno ai 30 giorni, che è proprio la durata limite per la retribuzione al 100% secondo alcuni contratti collettivi nazionali di lavoro, segno questo che il mantenimento della retribuzione piena risulta essere decisivo per questo tipo di scelta".
Maggiore condivisione del lavoro familiare e domestico solo durante la pandemia: i congedi Covid
In merito ai congedi specifici per l'emergenza Covid l’andamento rispecchia quanto osservato per i congedi facoltativi ordinari. La quota maschile dei beneficiari di congedi straordinari emergenziali, infatti, supera di poco il 30% solo nel 2020 per poi ridursi al 20% nel 2021.
Un disequilibrio visto con preoccupazione dallo psicologo Raffaele Virgadaula: "La presenza di entrambi i ruoli genitoriali nello sviluppo dei figli e delle figlie consente loro di rafforzare la sicurezza, la stabilità, la curiosità, la concentrazione, l'assunzione di rischi e la capacità di attaccamento".
Il ruolo dell’Assegno al nucleo familiare +
Come già osservato dagli esperti nell'audizione pubblica del febbraio 2018 al Parlamento europeo, "il congedo deve essere adeguatamente retribuito, poiché quando il congedo non viene pagato, o il compenso è molto inferiore alla retribuzione, molte persone, semplicemente non possono permetterselo".
Proprio in questo senso agisce la misura dell’Assegno al nucleo familiare +, un contributo erogato dall'Agenzia per lo sviluppo sociale ed economico della Provincia autonoma di Bolzano (Asse), concesso ai padri che ricorrono al congedo facoltativo. "Nel 2022 i beneficiari dell’Assegno provinciale al nucleo familiare + sono stati 89 - conclude il rapporto -, distribuiti in tutte le fasce d'età con una maggiore concentrazione nella fascia 30- 34 anni. L’importo erogato risulta ammontare per lo più a 800-1200 euro al mese".