Paccher si ''confessa'': se la coalizione non è a guida Fugatti's il Patt se ne frega e può fare quel che vuole. Con buona pace di Fratelli d'Italia, Forza Italia e tutti gli alleati
Il rappresentante provinciale della Lega vuol fare chiarezza rispetto a quelle che lui definisce ''analisi politicamente semplicistiche, che leggono nella probabile corsa solitaria del Patt a Trento un segnale di fragilità della maggioranza che governa il Trentino''. E la fa chiarezza, sganciando una ''bomba'' sugli altri partiti della coalizione: ''La presenza del Patt all'interno della coalizione che sostiene la giunta provinciale è il frutto di un accordo chiaro, definito in partenza e costruito con un architetto ben preciso: Maurizio Fugatti. Non solo promotore, ma anche garante di quell'intesa''. Insomma dopo Fugatti c'è solo Fugatti
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TRENTO. Se il Patt è nel centro destra il merito è esclusivamente del Governatore Maurizio Fugatti, le dinamiche ai diversi livelli istituzionali non sono automaticamente sovrapponibili, a Trento il centro destra sta convogliando verso l'individuazione di un candidato espressione di un altro partito (che non è la Lega) e questo segna una distinzione netta rispetto agli equilibri della Provincia ed, è bene sia chiaro, le Stelle Alpine non hanno alcun accordo con altre forze politiche, ma solamente con il Presidente della Provincia. Parole e musica sono di Roberto Paccher consigliere provinciale della Lega e big del partito provinciale ed arrivano proprio quando il centro destra cominciava ad intravvedere un po' di luce in fondo al tunnel, avendo finalmente (dopo settimane di smentite, litigi, vicende kafkiane) individuato la candidata sindaca per Trento, con la scelta di Ilaria Goio, appoggiata certamente da Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia.
Ma il consigliere Paccher ha pensato bene di sganciare questa ''bomba'' sulla campagna elettorale e sulla coalizione provinciale producendo una nota ufficiale che abbiamo riassunto nelle prime righe e lascia spazio a pochissime ambiguità. Come zero ambiguità presenta il titolo del comunicato stampa firmato dal consigliere Paccher: "Il centrodestra è coeso se c'è un leader riconosciuto". Beh, ovviamente, verrebbe da dire, in questo caso il leader non c'era proprio perché doveva essere ancora individuato e il centrodestra ha mostrato tutto tranne che coesione durante il lungo e tortuoso percorso di determinazione del capofila della coalizione in Comune. Il senso, in realtà, che emerge è che o comanda la Lega (e quindi Fugatti) la partita e allora il Patt lo si ritrova in ''casa'' oppure il Patt può andare da solo perché degli altri partiti della coalizione agli Autonomisti importa poco (eppure a Riva il Patt con i Fugatti's non ci va e va con Fratelli d'Italia per non parlare di Lavis dove ai Fugatti's nemmeno li hanno presi in considerazione e vanno direttamente con il Pd).
"Le manovre di avvicinamento alle elezioni comunali del capoluogo offrono la dimostrazione plastica di una realtà politica spesso sottovalutata - scrive il consigliere provinciale leghista -: le coalizioni reggono e restano coese esistono due elementi imprescindibili. Il primo è la presenza di un leader riconosciuto e riconoscibile, capace di tenere insieme anime diverse e di garantire stabilità. Il secondo è un programma condiviso, che dia sostanza all'azione politica. Ma c'è un altro aspetto che merita di essere sottolineato: i diversi livelli istituzionali - comunale, provinciale e, se vogliamo, anche nazionale - non sono automaticamente sovrapponibili né meccanicamente replicabili. Lo diciamo con chiarezza, in risposta a certe analisi politicamente semplicistiche, che leggono nella probabile corsa solitaria del Patt (sicura: il Partito Autonomista Trentino Tirolese lo ha già ufficializzato, forse manca questo passaggio al consigliere Paccher, ndr) per la poltrona di Sindaco di Trento un segnale di fragilità della maggioranza che governa il Trentino. Un ragionamento affrettato e fuorviante. La presenza del PATT all'interno della coalizione che sostiene la giunta provinciale è il frutto di un accordo chiaro, definito in partenza e costruito con un architetto ben preciso: Maurizio Fugatti. Non solo promotore, ma anche garante di quell'intesa. Ed è qui che entrano in gioco due dettagli politici fondamentali. Il primo: Fugatti è un esponente storico della Lega, e questo elemento non è un dato secondario, ma una chiave di lettura essenziale per comprendere la tenuta della coalizione provinciale. Il secondo: sul fronte comunale, il centrodestra sta convergendo verso l’individuazione di un candidato espressione di un altro partito, e questo segna una distinzione netta rispetto agli equilibri della Provincia".
Le analisi "semplicistiche", "affrettate" e "fuorvianti" raccontano di una coalizione fragile. E così, è innegabile, ma i soggetti in questione non sono la Lega, della quale Paccher è esponente e strenuo difensore, e il Patt, ma il Carroccio e Fratelli d'Italia, primo partito a livello nazionale. Con tutto il rispetto, pur avendo due assessori in Giunta (Tonina e Marchiori, quest'ultimo in veste di "tecnico", nominato dal Governatore pur non essendo stato eletto ad ottobre 2023), il "peso" di Fdi è decisamente superiore rispetto a quello che possono vantare - ad oggi - le Stelle Alpine.
Se il consigliere Paccher sostiene che, in Trentino, i rapporti tra il partito di Giorgia Meloni e la Lega sono saldi e "sicuri" e la coalizione è solida (in Provincia, in Comune, ovunque), beh forse è l'unico ad avere tale posizione. Un esempio, uno solo, l'ultimo? La questione del terzo mandato sulla quale i due partiti hanno visioni diametralmente opposte. O totalmente divergenti o, se preferite, che stanno l'una all'altra come il giorno e la notte come l'Inter e il Milan, come Beethoven e i Sex Pistols.
Che in Provincia la Lega sia, ormai, Fugatti's e "tutti gli altri" (come diceva l'ex consigliere provinciale Savoi? "Dopo Fugatti c'è solo Fugatti" e a questo punto probabilmente aveva ragione a leggere il Paccher pensiero) è risaputo e Paccher lo esplicita: se il Patt sta nel centrodestra il merito è solamente del Governatore, promotore e unico garante possibile dell'intesa. Insomma tutti gli altri, le altre forze politiche, non contano nulla perché la coalizione tenga. Il motivo? Perché sul fronte comunale il centrodestra sta convergendo (o meglio: ha già deciso, i tempi verbali sono importanti) verso una candidata (e non un candidato) espressione di un altro partito e questo, per il consigliere leghista, segna una distinzione netta rispetto alla Provincia.
Cioè: se il candidato è espressione di Fratelli d'Italia non è detto che il Patt debba starci visto che in Provincia l'accordo non è con il Governatore e la "sua" Lega? Forse siamo stati "fuorvianti" e "affrettati"? No, perché nel capoverso finale Paccher lo esplicita in maniera netta. Ed è un capolavoro.
"Tradotto in termini politici - così si conclude il comunicato stampa -: il PATT ha un accordo con Fugatti, non con altre forze politiche. E sulle comunali si muove di conseguenza, valutando percorsi alternativi e rivendicando la propria libertà di scelta. Per il governo provinciale, dunque, non cambia nulla: il leader c’è, il garante della maggioranza resta saldo, e gli equilibri non vengono intaccati. Chi, invece, immagina di poter trasferire automaticamente in futuro la stessa formula politica dalla Provincia al Comune o viceversa, farebbe bene a riflettere. Perché le geometrie istituzionali non sono intercambiabili e, soprattutto, perché senza un leader forte e riconosciuto, le coalizioni rischiano di sfaldarsi al primo vento contrario".
Dunque, sperando di non essere "semplicistici": il Patt è in coalizione perché ha un accordo solamente con il Governatore e con nessun'altra forza politica. Se non c'è Fugatti le Stelle Alpine sono libere di fare ciò che vogliono in nome di "equilibri". Come a Riva del Garda, ad esempio, dove hanno scelto di andare con un altro partito della coalizione, Fratelli d'Italia, a testimonianza che non hanno alcun rapporto o accordo con le altre forze del centro destra. Per Paccher la maggioranza in Provincia c'è ed è forte, per il solo fatto che che esiste Fugatti, i cui rapporti con Fratelli d'Italia sono, notoriamente, eccellenti. E se non c'è un leader forte e riconosciuto le coalizioni si spaccano (che scoperta), ma forse, è proprio quando si deve individuare, "formare" e proteggere un leader, che si misura la reale compattezza di una coalizione.
Sperando che questa non sia un'analisi troppo "semplicistica". O forse, "fuorviante", c'è il fatto di voler dimostrare a tutto e tutti che va tutto bene. Provando a convincere gli elettori che il Patt ha scelto di andare da solo (e ne aveva diritto: ditelo a Urzì e Iurlaro che hanno fatto di tutto per convincerlo a restare in coalizione) non perché è stato escluso dalla scelta della candidata (e anche Gottardi sta valutando il da farsi), ma perché "è normale" sia così (eh, le dinamiche sono diverse) e che, siccome l'accordo è solo con Fugatti e stavolta il candidato non è stato deciso da Fugatti, ci sta che le Stelle Alpine abbiano preso un'altra strada.
Ovviamente con l'auspicio di non essere stati "affrettati" nell'analizzare una situazione che, gli stessi elettori della Lega in città, hanno definito "kafkiana". Questo lo aggiungiamo noi. Dopo Fugatti c'è solo Fugatti. Saranno contenti tutti i rappresentanti politici, gli elettori, i simpatizzanti, gli amministratori del centrodestra che non portano la maglietta dei Fugatti's da Fratelli d'Italia, passando per Forza Italia, i civici e, perché no, anche quelli della Lega che nella Lega stanno non perché ''Fugatti c'è''.