


Infanzia pioggia di milioni sulle regioni dal Pnrr. [...]

Centrosinistra e il nodo di Rovereto, Biancofiore [...]

Calenda attacca tutti e svela il programma con Renzi: [...]

Termovalorizzatore, i Verdi dicono ''no'': "Si trovino [...]

I fondi per risparmiare energia e ridurre [...]

''Draghi? L'erede del pensiero degasperiano. Guerra e [...]

Politica e Covid, Santanchè: ''Noi avremmo fatto [...]

Elezioni, Franz Ploner candidato del Team K (e del [...]

Da Maurizio Dal Bianco a Rudy Tranquillini, da Angelo [...]

Da Ferrari a Olivi da Patton a Calzà (passando per Zeni) [...]
Aggressione in Consiglio, il Pd attacca l’amministrazione di Riva: “Bloccare ogni ulteriore lesione della democrazia”
Dopo l’aggressione il commento dei vertici Dem: “Si è trattato di un passo indietro da un sistema riuscito di etica istituzionale e valori che hanno permesso alla nostra provincia di essere un esempio concreto e felice del principio di sussidiarietà”

RIVA DEL GARDA. I fatti sono avvenuti ieri, 2 agosto, durante la conferenza capigruppo in Consiglio comunale a Riva del Garda dove il leghista Vittorio Ferraglia ha messo le mani addosso a Gabriele Bertoldi del Partito Democratico. Un’aggressione che è costata il posto in Consiglio a Ferraglia che stamane si è dimesso dagli incarichi di partito.
La capogruppo in Consiglio provinciale Sara Ferrari, la segretaria Lucia Maestri e Minella Chilà, presidente del partito, però attaccano: “La questione della ciclovia del Garda, al centro di una mozione proposta dai consiglieri Zanoni, Bertoldi e Chizzola, ha fatto scoppiare le molte contraddizioni di una gestione istituzionale del Comune di Riva del Garda non proprio ortodossa e tanto meno democratica”.
Per l’appunto i consiglieri del Pd avevano presentato una mozione in merito alla nuova variazione di bilancio da 2,5 milioni per il primo tratto della ciclovia, “un progetto – spiegano – che non è stato portato in discussione con le minoranze e neppure condiviso con la cittadinanza. L’ennesimo episodio spiacevole con cui la sindaca e il presidente del Consiglio comunale dimostrano di non rispettare i principi basilari della democrazia”.
Per questo i vertici Dem stigmatizzano l’accaduto e si dicono determinate “a bloccare ogni ulteriore lesione della democrazia nella gestione pubblica del bene comune. Si è trattato di un passo indietro da un sistema riuscito di etica istituzionale e valori che hanno permesso alla nostra provincia di essere un esempio concreto e felice del principio di sussidiarietà”.