"L’accoglienza è allo sbando", i sindacati: "Gli operatori sono stremati, per il rispetto nei loro confronti chiediamo un incontro urgente alle istituzioni"
Cgil e Cisl denunciano le criticità del sistema di accoglienza di Trento, considerato "al collasso". "Avevamo chiesto risposte rapide e non ideologiche ed ovviamente nulla è arrivato, mentre gli episodi continuano a verificarsi e gli operatori sono stremati, feriti, sconfitti"
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TRENTO. Il sistema di accoglienza dei migranti a Trento e in Trentino è di nuovo al centro del dibattito pubblico e politico, e i sindacati (in particolare Fp Cgil e Fisascat Cisl) non usano mezzi termini per denunciare una situazione considerata ormai "fuori controllo".
Da mesi si susseguono episodi di violenza nelle strutture – gli ultimi in ordine temporale, un accoltellamento la scorsa settimana alla residenza Brennero (QUI L'ARTICOLO) e nuovi disordini tra martedì e mercoledì alla Fersina (QUI L'ARTICOLO) - che mettono a nudo le crepe di un sistema messo in crisi da tagli, sovraffollamento e incertezze. Nel mirino dei sindacati ci sono le istituzioni, accusate di aver lasciato operatori e ospiti delle strutture in balia di un progressivo disimpegno.
"Sono mesi che seguiamo con preoccupazione le 'convulsioni' del sistema di accoglienza dei migranti del Trentino. Risulta ormai evidente che aver collocato fin troppi ospiti in 'residenze' vetuste e limitate, aver tagliato i servizi, aver disseminato di incertezze il futuro degli affidamenti delle residenze Adige, Fersina e Brennero stia facendo collassare l’intero sistema. Al pregiudizio e all’incuria anche amministrativa di questi mesi, temiamo si stia affiancando un disegno sempre più evidente di fare sulla pelle dei richiedenti asilo e dei migranti un’indegna campagna elettorale", scrivono i sindacati in una nota.
Le condizioni delle (e nelle) strutture sono al centro della protesta. "Mantenere centinaia di persone con vissuti spesso difficili a strettissimo contatto, senza concrete attività di integrazione che li impegnino, in strutture spesso desolanti e desolate, senza certezze sul futuro anche prossimo (la residenza Adige chiude a fine aprile, dove andranno quelle famiglie?), con soggetti gestori in piena fase di disimpegno dati i tagli sostanziali alle risorse impiegate che rendono antieconomiche le specifiche gestioni, rende il clima in queste strutture insopportabile sia per gli ospiti, che ormai sfogano rabbia e noia in continui agiti violenti, che per gli operatori (o forse dovremmo dire per quelli che sono rimasti, visto che molti hanno da tempo lasciato un sistema visto senza futuro) che sono anche loro ormai vittime a pieno titolo di questa colpevole ed assoluta fase di disimpegno delle Istituzioni dall’accoglienza", proseguono i sindacati.
Altro tasto dolente, la (poca) sicurezza sul lavoro. "In questo contesto, i gestori del servizio si trovano nella impossibilità di garantire le sufficienti tutele per la salute e per la sicurezza degli operatori, quale essenziale obbligo previsto dalla normativa vigente, che prescrive che siano i datori di lavoro a porre in essere le azioni preventive volte a contenere e/o abbattere i rischi di infortunio e malattia sul luogo di lavoro".
Una situazione che espone il personale a rischi crescenti, mentre le istituzioni restano silenziose. "Avevamo chiesto risposte rapide e non ideologiche ed ovviamente nulla è arrivato, mentre gli episodi continuano a verificarsi e gli operatori sono stremati, feriti, sconfitti. "Avevamo chiesto risposte rapide e non ideologiche ed ovviamente nulla è arrivato, mentre gli episodi continuano a verificarsi e gli operatori sono stremati, feriti, sconfitti. Almeno per il rispetto dovuto a questi lavoratori chiediamo un incontro urgente alle Istituzioni, Provincia e Comune di Trento in primis, prima che siano gli operatori stessi a porre fine con le loro dimissioni in massa a questa inconcepibile ed inguardabile pagina di quel Trentino Solidale tanto celebrato nelle cerimonie e nei comunicati stampa ma che alla prova dei fatti pare aver davvero dimenticato come si sia solidale con gli ultimi".