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Dopo 102 anni Salò rompe con il proprio passato: revocata la cittadinanza onoraria al Duce. Il sindaco Cagnini: "Benito Mussolini non merita alcuna onorificenza dal Comune"

"Oggi la concessione della cittadinanza onoraria è una scelta di elevato valore simbolico e, nel nostro caso, lo è altrettanto la sua revoca. Quindi ribadiamo semplicemente che, alla luce dei valori costituzionali e democratici che, come amministratori siamo chiamati a rappresentare, Benito Mussolini non merita alcuna onorificenza dal Comune di Salò. E questo purtroppo è tutt'altro che anacronistico" aggiunge il primo cittadino salodiano

Di D.L. - 27 febbraio 2025 - 12:36

SALO'. Dodici voti a favore, tre contrari e un astenuto: Benito Mussolini non è più cittadino onorario di Salò.

 

La decisione è stata assunta in via ufficiale dal consiglio comunale della città gardesana che, nella serata di mercoledì 26 febbraio, ha deciso di togliere l'onorificenza al Duce. La mozione era già stata presentata, due volte, nel 2019 e nel 2020, ma era stata respinta dall'allora maggioranza di centro destra. Il centro sinistra, che è tornato alla carica, avrebbero voluto discuterla - in maniera simbolica - il giorno della Liberazione, ma si è scelto di accorciare i tempi e la questione è arrivata in aula. Con successiva approvazione.

 

"Con questa revoca non intendiamo assolutamente cancellare la storia, né esimerci dal fare i conti con essa - commenta il sindaco di Salò, Francesco Cagnini -. Non cancelliamo nulla: questa pagina della nostra storia, per quanto drammatica, resta. Nessuno vuole cancellare un fatto storico, come invece in modo strumentale è stato detto e scritto, ma si vuole aggiungere una pagina dal forte valore simbolico, che dimostra che le idee rappresentate dalla cittadinanza onoraria a Mussolini non hanno più spazio nell'Italia e nella Salò di oggi. E' pacifico che la cancellazione non debba ridursi a un semplice tratto di penna, ma tale atto ha il compito di costruire consapevolezza e riflessione su tutto ciò che il fascismo è stato per l'Italia e per Salò, ricordando che questi valori non hanno più cittadinanza nell'Italia di oggi, che si ispira ai valori costituzionali. Più che la forma, di cui, peraltro, molti in questi giorni hanno parlato impropriamente, giova ricordare la sostanza e cioè che sicuramente la popolazione salodiana, neppure di quella di fede fascista, concorse al conferimento della cittadinanza onoraria, fatta per adempiere a una circolare governativa e compiere un desiderato politico, come fecero migliaia di altri Comuni italiani. Oggi la concessione della cittadinanza onoraria è una scelta di elevato valore simbolico e, nel nostro caso, lo è altrettanto la sua revoca. Quindi ribadiamo semplicemente che, alla luce dei valori costituzionali e democratici che, come amministratori siamo chiamati a rappresentare, Benito Mussolini non merita alcuna onorificenza dal Comune di Salò. E questo purtroppo è tutt'altro che anacronistico".

 

La cittadinanza onoraria venne conferita a Mussolini nel 1923 dal commissario prefettizio, che aveva assunto la guida di Salò dopo che il consiglio comunale era stato sciolto. Questo accadde praticamente in tutta Italia, ma quella del centro abitato gardesano è una situazione ben diversa, visto che sulle rive del lago di Garda, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, l'incarcerazione e la liberazione, il Duce stabilì il proprio quartier generale, fondando la Repubblica Sociale Italiana.

 

Durante la discussione in consiglio comunale, nella piazza antistante si erano dati appuntamento 10 - 15 esponenti di estrema destra che, tra fischi e urla, hanno cercato di disturbare la seduta, senza però provocare incidenti, vista anche la massiccia presenza delle forze dell'ordine.

 

Il centro destra, in minoranza, hanno sostenuto che vi siano temi più importanti e definito la mozione "strumentale", "ideologica" ed Erminia Bonfanti ha utilizzato addirittura il termine "folkloristica", ipotizzando addirittura un ricorso al Tar, anche se non vi sembra essere alcun margine.

 

"Siamo stati gli unici in questi giorni - conclude il primo cittadino del comune bresciano -, per scelta e rispetto del Consiglio comunale, a non rilasciare dichiarazioni in merito. Non l'abbiamo fatto anche perché il lavoro e l'attenzione della Giunta e della maggioranza non si sono fermati, ma sono proseguiti anche in questi giorni, con la consueta determinazione, sui tanti progetti e attività che riguardano la nostra città. Di certo non abbiamo distolto neanche mezzo secondo dalle tante iniziative che stiamo facendo per Salò e non siamo scesi, e non scenderemo, in sterili polemiche ma continueremo a lavorare per la nostra comunità".

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