Abusi nella Chiesa, più di 20 segnalazioni dopo la pubblicazione del dossier. Esaminate le posizioni di 14 sacerdoti. Il Vescovo Muser: "Ogni caso è un caso di troppo"

BOLZANO. Dopo la pubblicazione del report sugli abusi nella chiesa presentato a Bolzano a gennaio 2025, sono più di 20 le persone che si sono rivolte alla diocesi per segnalare degli abusi sessuali. Il rapporto parlava di 67 casi su minori, con 59 vittime accertate e 29 sacerdoti coinvolti, in un arco temporale che va dal 1964 al 2023. “Ogni caso è un caso di troppo”, aveva dichiarato in quell'occasione il vescovo della Diocesi di Bolzano - Bressanone Ivo Muser, riconoscendo apertamente le colpe di un sistema che, fino al 2010, ha ignorato le vittime per proteggere l’istituzione.

Ma a quanto pare era solo l'inizio. Come comunicato dalla stessa diocesi, infatti, subito dopo la pubblicazione del rapporto sugli abusi, è stato istituito un gruppo interdisciplinare di esperti che sta ora esaminando la situazione di 14 sacerdoti accusati e ancora in vita, la maggior parte anziani e da tempo non più in servizio. Più di 20, come spiegato dalla diocesi, le persone che hanno contattato il Centro di ascolto diocesano mentre ulteriori segnalazioni sono pervenute attraverso altri indirizzi di contatto. La maggior parte dei casi segnalati si è verificata fra i 30 e i 60 anni fa.

Il gruppo che sta ora analizzando le varie situazioni è composto da tre esperti esterni e tre interni, tra cui un'avvocata, una psicoterapeuta e uno psichiatra. Il compito di questo team è quello di sviluppare misure nella cornice delle norme ecclesiali e del diritto nonché delle esigenze pastorali, elaborando misure da sottoporre alla decisione del Vescovo.

Le misure possibili includono il divieto di celebrare la Santa Messa in forma pubblica, un accompagnamento psicologico, la restrizione delle attività pastorali, in particolare nel contatto con bambini e giovani, il monitoraggio da parte di persone incaricate e i loro feedback regolari.

I sacerdoti accusati sono informati delle misure e sono obbligati a rispettarle. Anche i responsabili delle comunità parrocchiali e delle organizzazioni interessate vengono adeguatamente informati. Le persone colpite ricevono, a seconda della necessità, un sostegno psicoterapeutico, legale e spirituale, informa la Diocesi.

Al momento della presentazione del report era stato il Vescovo Muser a sottolineare come la perizia commissionata non fosse un punto di arrivo, ma “un mandato per continuare a lavorare con tutta la determinazione possibile". Il vescovo ha invocato un “cambiamento culturale, poiché tali fatti potrebbero ricapitare, se noi, come è successo, distogliamo lo sguardo". Muser si assume quindi "personalmente la responsabilità per le omissioni durante il suo periodo di episcopato, tra cui l'insufficiente controllo dei sacerdoti sospetti, la riluttanza nell'adottare chiare misure preventive nei confronti dei sacerdoti accusati e la documentazione carente nel delineare i passi nella gestione dei casi di abuso”.