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Tempesta Vaia, a 9 mesi dal maltempo resi percorribili il 90% dei sentieri del Parco Adamello - Brenta

Al lavoro senza sosta sia ditte specializzate di boscaioli che il personale del Parco. Sono stati liberati per primi i sentieri che conducono a rifugi e malghe

Pubblicato il - 09 agosto 2019 - 20:04

STREMBO. Inizialmente risultavano 84 sentieri chiusi per un totale di 324 chilometri impercorribili. A nove mesi dal passaggio della tempesta Vaia, al parco Adamello Brenta il lavoro senza sosta di tecnici, operatori e volontari ha reso agibile, o verificato, il 90% dello sviluppo della sentieristica inizialmente considerato impraticabile.

 

Un impegno che è stato portato avanti fin da subito con il Parco che si era immediatamente organizzato con una ricognizione dei danni subiti al patrimonio boschivo e infrastrutturale dell’area protetta. E’ stata così creata una banca dati di strade e sentieri interrotti o danneggiati attraverso propri sopralluoghi e richiedendo segnalazioni sulle emergenze a tutti, in modo particolare alle realtà che sono intervenute sul posto fin da subito, come i comuni, i corpi dei Vigili del fuoco volontari, le Stazioni forestali e la Sat.

Dopodiché con l'istituzione da parte della Provincia dell’Unità di missione strategica grandi opere e ricostruzioni e la creazione di un tavolo di lavoro provinciale, il Parco ha ricevuto il ruolo di coordinatore per il ripristino dell’area protetta e la gestione di un fondo di 200 mila euro. Le strade forestali sono quindi state affidate alle Stazioni forestali mentre il Parco si è assegnato tutta la sentieristica registrata presso il Servizio turismo della Provincia.

 

“Dalle segnalazioni dei danni – spiega l’ingegner Massimo Corradi, responsabile dell’Ufficio tecnico ambientale del Parco - risultavano 84 sentieri chiusi per un totale di 324 km impercorribili. Alcuni erano fortemente danneggiati per schianti estesi. La maggior parte dei sentiera era interrotta da schianti localizzati di piccole e medie dimensioni o erosioni della sede di calpestio che ne hanno comportato la chiusura. Ci sono stati poi dei sentieri – prosegue Corradi - che sono stati fortemente danneggiati anche da fenomeni di franamento e dall’impetuosità dei torrenti, come il SAT 215 che dalla Val Genova conduce a Malga Siniciaga e Malga Germenega, franato per un tratto di 200 metri, portandosi via anche la passerella sulla Sarca sul sentiero delle Cascate B01”.

Il 15 aprile sono stati avviati gli interventi diretti del Parco. Il lavoro è stato condotto secondo due modalità, cercando di ridurre al minimo i rischi per gli operai e velocizzare la tempistica: da una parte, appoggiandosi a ditte di boscaioli specializzate per aprire le situazioni più impegnative, e, dall’altra, intervenendo direttamente sui sentieri meno pericolosi con le squadre operai del Parco, rafforzate eccezionalmente con 6 nuove assunzioni. Alle squadre sono spettati i lavori di finitura, come la pulizia dalle ramaglie, il taglio delle piante singole, il ripristino della sede di calpestio e dei canali taglia acqua.

 

Seguendo le priorità di intervento, individuate dal gruppo di lavoro istituito presso la Provincia, in vista della stagione estiva, sono stati ripristinati dapprima i sentieri che conducevano ai rifugi escursionistici e alpinistici, e poi i sentieri di fondovalle ad alta frequentazione turistica, come il Sentiero delle Cascate B01 in Val Genova, i sentieri C01 e C02 in Val di Tovel, rispettivamente Sentiero delle Segherie e delle Glare, o i sentieri di Vallesinella, in particolare il Sentiero dell’Orso C52, il Sentiero Paoli C53 e il Sentiero dell’Arciduca C55.

Tra le priorità anche i sentieri di servizio delle malghe, nel rispetto di un’attività economica che nel Parco gode di pari dignità di quella turistica. Ad oggi, risultano da rendere agibili solo 12 sentieri (su 84), classificati come meno strategici per la fruizione dell’area. Tra i pochi sentieri che rimangono chiusi, ci sono quelli che conducono a Malga Spora SAT 301 e 302, quest’ultimo in capo al Comune di Spormaggiore. Il Comune sta programmando il tipo di intervento da eseguire in considerazione del fatto che il passaggio di Vaia ha provocato, tramite i numerosi schianti al suolo di piante di alto fusto, anche il crollo della vecchia teleferica a servizio della malga Spora.

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