"Amiamo questo paese per la testardaggine delle persone che hanno scelto di stare qui evitando l'abbandono". Una storia iniziata quattro anni fa
C’è chi crede che un nuovo corso per sé stessi e per la rinascita della montagna non solo sia possibile ma necessario, al punto da stravolgere la propria placida vita di pianura per piantare le tende a quota 1300 metri. È la storia di Marco Fontanesi, 34 anni, e Tania Tavoni, 40, una coppia che ha deciso di prendere la residenza a Piandelagotti, piccolo paese dell’Appennino modenese, per gestire un ristorante, un maneggio e ora avviare una nuova realtà imprenditoriale
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di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Una moda non lo è di certo, men che meno un ghiribizzo. Quando accade, di solito, ci sono valide e fondate motivazioni che spingono a fare questo sofferto - o magari lungamente adulato - passo. È il famoso piano B che tanta importanza ha ultimamente assunto sulle cronache dei giornali italiani. Da nord a sud, da est a ovest, da pianura a costa a rilievo, ci sono vecchie e giovani generazioni che a un certo punto della loro vita decidono di scombiccherare il proprio equilibrio precostituito e di ricominciare daccapo, senza patemi, senza paracaduti particolari.
Ora, ammettendo pure solo per un istante di essere smaccatamente faziosi, ci sentiamo sereni nel dire che quando il nuovo inizio ha a che fare con una terra alta - quella che secondo la vulgata ineluttabilmente si spopola, si desertifica e in ultima analisi si autocondanna all’estinzione - a noi un po’ di soddisfazione questo fatto la procura.
E dunque, a dispetto di luoghi comuni e Cassandre, c’è ancora chi crede che un nuovo corso per sé stessi e per la rinascita della montagna non solo sia possibile ma necessario, al punto da stravolgere la propria placida vita di pianura per piantare le tende a quota 1300 metri. È la storia di Marco Fontanesi, 34 anni, e Tania Tavoni, 40, una coppia che da Rubiera, in provincia di Reggio Emilia, ha deciso di trasferirsi, e prendere la residenza, a Piandelagotti, un piccolo paese dell’Appennino modenese conficcato nel mezzo della Selva Romanesca, luogo dal punto di vista paesaggistico sublime che si dice abbia addirittura ispirato il poema cavalleresco “L’Orlando furioso” del celebre letterato rinascimentale - nemmeno a farlo apposta di origini reggiane - Ludovico Ariosto.
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A onor di cronaca, tutto è cominciato quattro anni fa. Per la coppia, il primo vero scoglio sulla strada della ripartenza del proprio progetto di vita è stato prendere in mano la gestione del ristorante e del maneggio attaccati alle piste da sci di fondo di Boscoreale, in un momento - lo ricordano molto bene Marco e Tania - in cui nessuno avrebbe scommesso due lire sulla resilienza di quell’attività.
E invece cocciutaggine e ostinazione hanno alla fine avuto la meglio. Tanto che esattamente due mesi fa, proprio il giorno di Natale, per la coppia è cominciata una nuova avventura imprenditoriale con l’inaugurazione di un b&b immerso nel verde, sulla strada che dal centro del paese porta verso il fiume.
Nei giorni caldi delle festività natalizie le tre camere con bagno privato sono state tutte prenotate. In questi mesi, invece, si lavora soprattutto nei fine settimana. «Il nostro obiettivo, come avviene già con il ristorante e il maneggio, è di allungare a tutto l’anno la fruizione delle nostre proposte», ci raccontano i due ragazzi. «La ricetta è sempre la stessa: prendi il coraggio a due mani e poi buttati, o la va o la spacca. Ai luoghi del cuore e dell’anima non si comanda. Siamo arrivati quassù quasi per caso ed è stato un colpo di fulmine».
La villa che ospita le camere, costruita tra gli anni Settanta e Ottanta, appartiene alla famiglia Giordani, imprenditori bolognesi noti in tutto il mondo. Per cinque generazioni hanno costruito giocattoli e carrozzine che oggi fanno la fortuna dei mercati del modernariato e dei collezionisti. «Dopo un anno di corteggiamenti abbiamo ceduto», continua la coppia. «I signori Giordani ci hanno spronati ad aprire il b&b per rivitalizzare il turismo di questa bella e selvaggia zona dell’Appennino modenese. Qui offriremo un servizio di pernottamento e prima colazione e sarà possibile organizzare cerimonie ed eventi privati con catering a buffet».
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Come recita un vecchio adagio mutuato dal mondo del calcio, squadra che vince non si cambia. Marco e Tania, infatti, continuano parallelamente a lavorare anche su ristorante e maneggio. «A Boscoreale siamo ormai una squadra affiatata. Nei momenti dell’anno con maggior richiesta, grazie all’aiuto di alcuni ragazzi del posto, riusciamo a mettere a sedere fino a 85 persone», aggiunge Marco. «Igor ci dà una mano con il maneggio, io e mia suocera siamo in cucina, Tania si occupa del servizio di sala e presto ci raggiungerà un’altra amica con la passione per l’apicoltura».
Il b&b, per tornare alla provocazione dell’inizio, per Marco e Tania è davvero il capitolo finale di un lungo e sospirato piano B. «Crediamo tanto in questo paese, lo amiamo per il paesaggio, la natura, la vita semplice e, in definitiva, lo amiamo soprattutto per la testardaggine delle persone che hanno scelto di stare qui e di non abbandonare questi luoghi. All’esistenza piena di agi ma senza stimoli di pianura preferiamo Piandelagotti, non c’è il minimo dubbio».