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"Trova la moglie a letto con un extracomunitario e li massacra di botte", il sindaco di Borgo commenta la fake news con un: "Come dargli torto...". Oggi le scuse: "Gravissima ingenuità"

Brutto scivolone del sindaco Dalledonne con un post su Facebook: " Il fatto di non dare torto era solo chiaramente ed umanamente riferito alla rabbia che uno può provare, ma non certo un atto di approvazione delle azioni conseguenti, che non avallo affatto anzi condanno"

Di Luca Pianesi - 09 marzo 2017 - 13:01

BORGO VALSUGANA. Il volto di una donna con ematomi e occhi segnati da percosse. Sopra la scritta "marito torna a casa da lavoro, trova la moglie a letto con un extracomunitario e li massacra di botte". E sotto questo post il commento "Come dargli torto...". A scriverlo non un cittadino qualunque, ma il primo cittadino di Borgo Valsugana, Fabio Dalledonne. Ha deciso di commentare così la notizia (tra l'altro proveniente da una pagina Facebook "Italiani uniti per la patria" che rimanda al sito segnalato tra quelli generatori di bufale "webitalia360"), con una frase quanto meno discutibile e grave, senza sé e senza ma. Un post che ha, ovviamente, scatenato critiche e perplessità (e purtroppo anche alcuni messaggi di solidarietà) e alla quale è seguita una necessaria rettifica da parte dello stesso sindaco che resosi conto di quanto successo ha voluto scusarsi.

 

"Buon giorno a tutti - ha scritto poche ore fa Dalledonne -. Qualche tempo fa, maldestramente e stupidamente, ho fatto un commento che oggi è finito sui giornali. Ho sbagliato e credo sia giusto e doveroso riconoscerlo pubblicamente. Il fatto di non dare torto era solo chiaramente ed umanamente riferito alla rabbia che uno può provare, ma non certo un atto di approvazione delle azioni conseguenti, che non avallo affatto anzi condanno. Ho pensato, sbagliando evidentemente, che la 'sospensione' della mia affermazione seguita dai puntini bastasse a chiarire che non condividevo...ma non è stato così. Sono dispiaciuto ed amareggiato per aver commesso un tale errore, sopratutto per il male che ho causato alle persone che mi stanno più vicine, cioè ai miei famigliari che non hanno alcuna responsabilità. Chiedo scusa pubblicamente a tutte e a tutti per la gravissima ingenuità commessa. Grazie dell'attenzione. Fabio Dalledonne".

 

Apprezziamo le scuse, oneste e spontanee ma la frase, al di là dei puntini di sospensione, resta davvero di pessimo gusto. E la "rabbia che uno può provare" se la tiene per sé senza giustificazioni.

 

 

 


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