La ferrovia del futuro incontra il Comune di Trento e Transdolomites lancia l'idea dell'azionariato diffuso
L'opera costerebbe un miliardo di euro e consentirebbe di coprire la distanza Trento-Canazei in 80 minuti. Transdolomites: "Si può procedere a lotti e tramite i bandi di finanziamento europeo". Brugnara: "Valorizzerebbe un ambiente delicato e prezioso. Costi da valutare"
TRENTO. La Transdolomites irrompe nel consiglio comunale. Nessun riferimento all'incredibile incidente della stazione di Parigi Montparnasse del 1825, ma al progetto della linea ferroviaria capace di collegare Trento e le valli di Fiemme, Fassa e Cembra, ripristinando le vecchie tratte dismesse e realizzando nuovi percorsi. Un progetto ambizioso che strizza l'occhio anche verso St. Moritz e Venezia. "Il 22 aprile incontreremo l'alta diplomazia svizzera - conferma Massimo Girardi, il presidente dell'associazione Transdolomites - anche loro sono molto interessati a collegare la Trento-Malé con la Valtellina e la Val Venosta con l'Engadina".
La Transdolomites sembra aver riscosso un consenso bipartisan alla presentazione tenuta durante la seduta consigliare, ma c'è sempre un 'ma': i costi rappresentano un nodo centrale che può far deragliare questo convoglio ben lanciato. La stima del progetto si aggira infatti intorno al miliardo di euro e "ci rendiamo conto - prosegue Girardi - del costo importante dell'opera, ma negli ultimi dieci anni sono stati spesi oltre 2 miliardi di euro in strade, parcheggi e infrastrutture viabilistiche che non potranno risolvere l'emergenza del traffico e della viabilità".
"Il progetto è interessante - dice Michele Brugnara, consigliere comunale fra le fila del Pd - e io stesso sono fra i primissimi firmatari della petizione. I costi sono certamente rilevanti, considerando soprattutto il calo di risorse pubbliche. Tuttavia l'opera è da valutare pienamente, anche nella prospettiva della pianificazione e dello sviluppo efficiente delle nostre valli".
Il progetto del trenino sull'Avisio è partito però dal basso e quindi è abituato a sgomitare, prima raccogliendo circa 8.000 firme nella petizione del 2012, quindi realizzando, accollandosi tutte le spese tramite l'autofinanziamento e la collaborazione con il Bim, l'analisi preliminare e lo studio di fattibilità firmati da Qnex per terminare con i numerosi incontri e convegni sul territorio. "Si può pianificare la costruzione a lotti - spiega Giuliano Poier, presidente del Comitato Valle di Cembra trenino per l'Avisio - un passo per volta, sfruttando i finanziamenti dei bandi europei, senza dimenticare la possibilità dell'azionariato diffuso. L'opera inoltre si inserirebbe perfettamente nel Nordus".
Il coinvolgimento, la compartecipazione delle comunità e le sinergie fra territorio per portare la valle di Cembra al centro, "rendere Trento meno aristocratica e chiusa su se stessa - continua Girardi - ma soprattutto coprire la distanza fra il capoluogo e Canazei in 80 minuti" e perché "fra 10 anni - aggiunge - arrivano il traforo del Brennero e l'alta velocità: gli scali principali saranno Trento e Bolzano. Una rivoluzione, ma è giusto pensare anche a turisti e pendolari. Programmare la raggiungibilità è il futuro urbanistico. All'estero prima si predispone il piano di mobilità e poi si costruisce e si realizza l'impianto urbanistico".
La visione del progetto è una mobilità sostenibile, efficiente e razionale: "L'impatto - conclude Brugnara - sarebbe ridotto in termini di emissioni e rumori, assicurando una grande capillarità. La mobilità ferroviaria può essere uno strumento di valorizzazione e caratterizzazione del territorio in un contesto ambientale delicato e prezioso". Il treno è pronto a partire, resta solo da vedere se il Trentino sarà in orario.