Non solo bollicine: in Umbria c'è il Carapace, una scultura/cantina cattedrale del vino rosso firmata Lunelli
Tra le colline di Bevagna e Montefalco, in provincia di Perugia, i Lunelli producono dei grandi vini rossi e lo fanno in una cantina che è opera dello scultore Arnaldo Pomodoro. Quando arte e vino mostrano la loro migliore unione
PERUGIA. E' uno scrigno il Carapace in rame che si nasconde discreto tra le colline e i vigneti di Bevagna, in provincia di Perugia. Quasi invisibile, se non fosse per la vicina colonna rossa, un dardo che si staglia nel cielo per segnalarne la presenza, attirando l'occhio dei visitatori dalla stradina sterrata che porta a questo gioiello creato nel 2012, proprietà della famiglia Lunelli.
E' stato Gino Lunelli, da sempre grande appassionato d'arte contemporanea, a commissionare quest'opera al grande scultore Arnaldo Pomodoro, lo stesso che aveva creato la scultura nel cortile delle Cantine Ferrari a Trento. Una sfida che è stata accolta dall'artista, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo per le sue celebri sfere in bronzo, a braccia e cuore aperto. Pomodoro ha qui sperimentato, varcando il confine sottile tra architettura e scultura (con il supporto dell'architetto trentino Giorgio Pedrotti), progettando una cantina in grado di inserirsi in maniera organica con l'ambiente circostante, ma allo stesso tempo funzionale alla produzione della quantità media di 118.000 bottiglie l'anno. In perfetta armonia con il panorama, il Carapace è stato definito una delle "cattedrali del vino" in Italia.
Il Carapace si mostra piano piano nel suo iconico splendore: un inganno cromatico in autunno, quando il foliage tende ai toni caldi del giallo, arancione e rosso, e il rame brillante di quest'opera si confonde. Un pensiero nella progettazione è andato anche ai materiali costruttivi, che provengono dall'Umbria e dal Trentino, come il porfido ed il legno lamellare.
Di ispirazione arcaica, la Tenuta Castelbuono: nella testa di Arnaldo Pomodoro la cantina nasce come tartaruga, l'animale antico simbolo di forza, longevità e stabilità. Ed è così che sono i suoi vini rossi: potenti, longevi, dal carattere deciso. I Lunelli producono qui due DOCG e due DOC: il Sagrantino e il Sagrantino Passito, il Montefalco e la sua Riserva.
I bianchi si lasciano al Trentino, in Umbria si fanno i rossi. Ma perché proprio il Sagrantino? I Lunelli avevano già aperto Tenuta Podernovo nell'entroterra toscano, nella zona di produzione del Sangiovese. Poi, il desiderio di produrre un rosso meno conosciuto, ma altrettanto buono, e il colpo di fulmine con le colline umbre e le sue tradizionali varietà rosse, dalle quali nascono vini fortemente tannici e dal carattere deciso. Vini in apparenza aggressivi, ma che poi vanno a fondersi in bocca in modo armonico, un po' come la loro terra d'origine.
Villa Margon in Trentino, Tenuta Castelbuono in Umbria e Tenuta Podernovo in Toscana, il trittico dei Lunelli, sono delle vere e proprie chicche: cantine che si dedicano a vini biologici, in quantità limitata e di altissima qualità. Ma soprattutto vini veri, dall'indissolubile legame con il proprio territorio ma con un forte potenziale nella commercializzazione a livello nazionale ed internazionale. Un marchio costruitosi negli anni ed ora più che mai indissolubile, dalle rinomate bollicine ai rossi meno noti, ma altrettanto meritevoli.
Un legame con la tradizione, dunque, ma non manca da parte dei Lunelli una forte spinta verso la modernità, resa possibile anche dalla consulenza di uno dei migliori enologi italiani Luca D'Attoma, arrivato nel 2015, del quale sarà presto possibile degustare la prossima annata e che regalerà certamente delle sorprese.