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Revisione dello Statuto, a Bolzano vogliono l'abolizione della Regione e spingono per la secessione. In Trentino si va avanti come se nulla fosse

In Sudtirolo la Convenzione per lo Statuto chiude i lavori con un accordo Svp-schützen ​impresentabile: abolizione della Regione e Autonomia integrale come primo passo per la secessione. In Trentino i lavori della Consulta proseguono senza prendere atto del fallimento dell'ipotesi di revisione

Di Donatello Baldo - 11 luglio 2017 - 06:52

TRENTO. Dieser Konvent ist geschieter, titola la Tageszeitung, “Questa Convenzione è fallita”. E l'Alto Adige: “Tra Svp e Destra torna l'asse della secessione”. Di che si parla? Se lo chiederanno in molti, visto che il tema non si trova sulle prime pagine dei quotidiani locali, in Trentino se ne parla poco e niente, la politica provinciale forse manco se n'è accorta di quello che succede in Sudtirolo.

 

Succede che la Convenzione per la riforma dello Statuto di Autonomia, la commissione omologa a quella che in Trentino si chiama Consulta per la riforma dello Statuto di Autonomia, ha concluso i suoi lavori con un risultato che peggio di così non poteva andare. Hanno messo la parola fine su un percorso di revisione in cui, a dire il vero, ci speravano ormai in pochi.

 

Ma succede che in Trentino di questo non se ne accorga nessuno. Non il popolo, a dimostrazione dell'azzeramento della partecipazione e del bluff della 'costruzione dal basso', ma nemmeno la politica, nemmeno i membri che nella Consulta siedono e discutono. “E' finita, non si va più da nessuna parte!”, qualcuno dovrebbe dirglielo.

 

Lo Statuto, ché forse non lo sanno, è uno solo per tutta la Regione. E se a Bolzano hanno fallito casca il palco ed è del tutto inutile continuare con le riunioni, soprattutto con gli incontri sul territorio che nessuno si fila, per presentare le belle idee su uno statuto nato morto.

 

A Bolzano hanno lavorato per conto loro, a Trento anche. Senza mai parlarsi pure essendo, come detto, un unico Statuto quello che si sarebbe dovuto poi approvare. “La mozione che chiedeva all'Ufficio di presidenza di curare il coordinamento tra Consulta e Convenzione – afferma il consigliere regionale Riccardo dello Sbarba – è la mozione meno applicata del mondo. Non si sono mai incontrate le due assemblee, mai un confronto, nulla di nulla”.

 

Ognun per sé. “Ho provato a chiedere due volte di incontrarsi assieme ai trentini – dice Dello Sbarba – ma si stava discutendo sull'abolizione della Regione, i trentini erano tabù”. Nessuno voleva incontrarli, quello che si respirava era un'ipotesi di “chiusura totale” verso i fratelli a sud di Salorno.

 

Comunque sia, anche senza un confronto, a Bolzano i lavori sono stati chiusi. Ma quello che ne è uscito rimarrà lettera morta anche perché quella proposta di revisione dovrà essere mandata ai due consigli provinciali e a quello regionale. Cosa che dovrà essere fatta anche dalla Consulta quando a settembre anch'essa dovrà tirare le fila e fare una proposta.

 

Quello proposte, lo sappiamo già, rimarranno ferme, non passeranno di sicuro. Ma vediamo di capire un po' il perché, cosa dice questo primo documento uscito dalla Convenzione, cosa propone e se qualcuno potrebbe mai appoggiare le proposte contenute. Rimanga almeno agli atti della cronaca politica.

 

La destra tedesca si è alleata con la destra dell'Svp, trovando l'accordo tra due posizioni, quella dell'autodeterminazione e quella dell'Autonomia integrale. I primi proponevano di fare come in Scozia, in Catalogna. I secondi proponevano di arrivarci per gradi, via da Roma rivendicando tutte le competenze su Bolzano, a prescindere dal quadro costituzionale.

 

Tant'è che nel documento finale si modifica quel richiamo alla Carta fondamentale che parlava di “armonia con la Costituzione". Ora diventa ”nel rispetto dei principi fondamentali”. L'autonomia proposta da schützen e destra Svp è talmente integrale che i secessionisti la intendono come primo passaggio per un definitivo distacco dall'Italia.

 

In tutto questo, è bene ricordarlo a consiglieri provinciali e professori che si trovano seduti fianco a fianco nella Consulta per l'elaborazione trentina dello Statuto di Autonomia, nessun accenno alla Regione, nessuna volontà di condividere un percorso con i trentini, che dalle proposte sono abbandonati a loro stessi senza niente che tenga unite le province. Tra le proposte, per intenderci, c'è quella di fare addirittura due statuti separati.

 

Ma vediamo meglio la Regione, cosa si è detto e deciso di questa istituzione in terra altoatesina. “C'era chi voleva l'abolizione totale – spiega Dello Sarba – poi c'era chi voleva il mantenimento di un unico Statuto ma la creazione a livello regionale di un guscio vuoto”. Niente più consiglio, due giunte che si incontrano così per fare, senza mandato politico, istituzionale, organizzativo o programmatico.

 

Queste proposte sono maggioritarie, sostenute da schützen e destra sudtirolese. In minoranza la componente italiana che voleva un'Autonomia europea, langeriana, capace di unire più che di dividere. Che voleva la scuola plurilingue, l'abbattimento dei muri etnici, l'eliminazione della legge che impone quattro anni di residenza per poter votare. La minoranza che voleva ancora la Regione, seppur modificata, frutto di un intesa che volta per volta poteva attribuire al livello regionale competenze e potestà legislative.

 

Questa visione è stata piallata, asfaltata, sconfitta. Ha vinto la posizione dei duri e puri lontani da Trento e lontani da Roma, quelli che il Sudtirolo finisce a Salorno, contro i trentini che manco parlano tedesco. Ha vinto Durnwalder che della Convenzione ha fatto la sua arena dove giocarsi la partita contro l'attuale establishment della Svp, buttando tutto all'aria, sabotando un percorso in cui nessuno ci ha mai scommesso fino in fondo.

 

In Sudtirolo il sipario è stato chiuso. In Trentino, senza sapere, senza nemmeno accorgersi, continuano a discutere, si incontrano, e vorrebbero pure incontrare i territori. E lo fanno, andando a parlare di Statuto e Regione e futuro dell'Autonomia di qua e di là, senza dire che l'esperimento è già fallito, che a Bolzano la spaccatura è etnica e contro noi trentini.

 

Fanno gli incontri, si vedono e discutono come se nulla fosse, come il quartetto che sul Titanic non ha mai smesso di suonare nemmeno quando la nave stava ormai per affondare. Qualcuno glielo dica ai nostri che la riforma del Terzo Statuto di autonomia è naufragata, ormai possono smetterla di suonare che sono tutti già sott'acqua.  

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