"Lasciateci andare via dall'Italia". "Fate, tanto non vi vuole nessuno". Su Rai 1 si parla di Alto Adige e allora ecco il solito teatrino "Italia sì, Italia no"
All'Arena di Giletti il portavoce dei Südtiroler Freiheit Kollmann ribadisce la loro intenzione di andarsene. Klaus Davi replica con "i sudtirolesi consegnavano gli ebrei ai nazisti". La discussione sui toponimi si trasforma nella solita bagarre
ROMA. "Italia sì, Italia no, Italia forse...se famo du spaghi?". Sarebbe meglio finissero così certe trasmissioni: con "due spaghi" e "una pizza in compagnia" come cantavano Elio e le Storie Tese ne "La terra dei cachi". E invece quella andata in scena ieri pomeriggio su Rai 1 è stata l'ennesima "scazzottata" verbale tra separatisti sudtirolesi ("vittime" perfette da sacrificare all'altare delle trasmissioni di domenica pomeriggio perché capaci, come pochi altri, di rendersi antipatici al pubblico generalista) e italioti da strillo che alla prima occasione brandiscono l'arma degli "amici dei nazisti, perché voi negli anni '30 consegnavate gli ebrei ai tedeschi".
All'Arena di Giletti, si doveva parlare di toponimi e, invece, è andato in scena il solito teatrino tra altoatesini che a distanza di 98 anni non si sentono ancora italiani e italiani che urlano agli altoatesini "allora andatevene, tanto non vi vuole nessuno". In collegamento il portavoce dei Südtiroler Freiheit Cristian Kollmann e l'onorevole Biancofiore. In studio, il consigliere Urzì e Klaus Davi. Il tema, come detto, doveva essere quello dei toponimi italiani che dovrebbero diventare tedeschi ma in pochissimo tempo la trasmissione è virata sul più classico "Italia sì, Italia no".
Ad accendere la bagarre uno spezzone di un filmato con Eva Klotz che, sempre all'Arena di Giletti, qualche tempo fa diceva con il suo faticoso italiano: "Avete tanta rabbia di noi? Allora lasciateci andare dall'Italia. Non ci creiamo più tutti questi problemi. Perciò lasciateci fare il referendum e se il Sudtirolo decidesse di andarsene dall'Italia non vi rompiamo più". Si torna in studio, Giletti chiede un commento e Kollmann rincara: "Posso ripetere quello che ha detto Eva Klotz: 'Lasciateci andare'". Urla dal pubblico e Klaus Devi che dice: "Andate, andate. Non abbiamo bisogno di voi. Anche perché le persone del Sudtirolo durante gli anni '30 gli ebrei li consegnavano ai tedeschi (e gli italiani che facevano? ndr). Di gente come voi non abbiamo bisogno". Riprende Kollmann: "Seconda cosa volevo dire che Biancofiore e Urzì, tutti difendono il fascismo in Suditirolo, lo interpretano come arricchimento rispetto alla toponomastica. Il signor Urzì porta addirittura l'Alto Adige nel cuore". Riferendosi al nome del partito del consigliere provinciale altoatesino e alla storica diatriba tra i due termini, Sudtirolo e Alto Adige, che dipendono da che parte si guarda la provincia di Bolzano, se come il Sud del Tirolo austriaco o come l'Alto Adige, estremo Nord dell'Italia.
"Noi non siamo anti italiani, siamo antifascisti", prosegue Kollmann e alla replica di Giletti sul fatto che c'è l'accordo Gruber - Degasperi aggiunge: "Non basta perché sono in vigore i decreti del fascismo con i quali sono stati imposti circa 8.000 toponimi inventati a tavolino". Giletti interrompe: "Lei dice Vipiteno non esiste. E' Sterzing". E Kollman: "Esisteva in latino come Vipitenum". E poi via di riferimenti alla Lupa e al Leone di San Marco che il sindaco di Bolzano rivuole lungo il Talvera "simboli fascisti che cosa centra Bolzano con Roma e con Venezia?". Insomma un dibattito ai limiti del surreale che non fa bene a nessuno. Un dibattito non degno nemmeno della "terra dei cachi". "Quanti problemi irrisolti, ma un cuore grande così. Italia sì, Italia no".