Caso Baratter, Kaswalder “Qualcuno in alto nel partito ne era già a conoscenza”
L'intervento questa mattina in Consiglio provinciale da parte dell'ex presidente del Patt oggi nel gruppo Misto. Per Maurizio Fugatti della Lega Nord "Il presidente Rossi deve venire in aula a dirci se sapeva o meno dell’esistenza di quell’accordo”
TRENTO. “Qualcuno in alto nel partito ne era sicuramente a conoscenza”. Sono affermazioni pesanti quelle fatte questa mattina in aula dal consigliere provinciale Walter Kaswalder, ex presidente del Patt ed oggi nel gruppo misto.
Il riferimento è al caso di corruzione elettorale che ha riguardato Baratter. Nel corso della seduta di oggi del Consiglio provinciale, Kaswalder ha aggiunto che nel 2013 era presidente del Patt e “non era a conoscenza di questo accordo” ma “le voci che giravano erano che già ci fosse un orientamento su chi sarebbe stato il futuro assessore alla cultura. Il nome che girava era quello di Baratter proprio per la sua vicinanza agli Schützen e al sostegno che aveva da Panizza. Io non ho alcuna prova ma la difesa ostinata dei vertici del partito che abbiamo oggi mi fa pensare”.
Tutto questo a dimostrare, secondo il consigliere ex Patt, che qualcuno del partito già fosse a conoscenza dell'accordo siglato tra il consigliere Lorenzo Baratter, Paolo Dalprà, Giuseppe Corona e gli Schützen .
Per il consigliere del Movimento 5 Stelle, Filippo Degasperi, se è vero che sull’accordo elettorale di Baratter la magistratura si è espressa in primo grado i tempi della politica devono essere più rapidi: “la politica deve prendere atto di quanto accaduto perché la campagna elettorale del 2013 è stata inquinata da una corruzione autoctona del nostro territorio”.
Marino Simoni (Progetto Trentino) ha definito “estremamente preoccupanti” gli aspetti che riguardano il caso Baratter. Tuttavia, ha aggiunto, dobbiamo ragionare sulle azioni e non sulle persone. “Non può essere l’aula a dare queste risposte, ci sono gli strumenti e le istituzioni titolate a questo: sarebbe opportuno un passaggio in Giunta delle Elezioni”, ha osservato Simoni.
Sull’argomento è intervenuto anche Maurizio Fugatti (Lega) che ha richiamato il caso di Silvano Grisenti che per applicazione della legge Severino in maniera retroattiva decadde qualche anno fa da consigliere provinciale. “Il collega Baratter ha percorso la strada della messa alla prova e non possiamo parlare di sentenza, né di assoluzione, né di colpevolezza. Tuttavia, qui non preme tanto l’aspetto giudiziario, che seguirà le sue vie, quanto l’aspetto politico. C’è una responsabilità politica – ha spiegato Fugatti - da parte del Presidente della Giunta e del senatore Panizza perché oggi Baratter viene messo alla gogna, ma il Presidente Rossi deve venire in aula a dirci se sapeva o meno dell’esistenza di quell’accordo, perché se non sapeva è una cosa gravissima”.