Subbuglio tra i 5 Stelle. Un grillino scrive a Di Maio: ''In Trentino gravi irregolarità nella scelta dei candidati''. Ma non è il solo ad avere dubbi
E il consigliere comunale di Rovereto Vergnano: "Sono vicino ai 33 iscritti al Movimento che si sono rivolti al giudice per la tutela dell'associazione"
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TRENTO. Seppur tra i vincitori delle scorse elezioni, nonostante il successo personale di Riccardo Fraccaro in predicato di diventare presidente della Camera e scelto da Di Maio come possibile ministro, i 5 Stelle trentini sono in subbuglio. Più che le soddisfazioni dei risultati conseguiti, prevale lo scontro interno, fatto di mugugni privati, esternazioni pubbliche ma anche di lettere ufficiali inviate direttamente al capo, a Luigi Di Maio in persona.
Partiamo da questa, scritta da uno studio legale del capoluogo per conto di un iscritto al MoVimento e indirizzata al leader nazionale che in queste ore sta scervellandosi per trovare l'accordo di governo. "Mi riferisce il mio assistito che nel corso delle cosiddette ‘Parlamentarie’ recentemente svoltesi per la selezione dei candidati in vista delle elezioni politiche, nell'ambito della selezione trentina si sono verificate gravi irregolarità" rispetto allo statuto interno dei 5 Stelle. Si potrebbe dire questioni che se si stesse parlando di normali partiti forse non farebbero nemmeno notizia ma che riferendosi al movimento 5 stelle, quello del "noi siamo diversi dagli altri", possono rappresentare un terremoto.
L'avvocato riferisce di una "palese violazione dei principi di trasparenza, partecipazione e lealtà a cui il MoVimento da sempre si ispira", fatti che "hanno alterato gli esiti della selezione". Secondo quanto scritto nella missiva "risulta che alcuni membri di vertice a livello locale del MoVimento, i quali rivestono rilevanti cariche pubbliche, avrebbero organizzato e promosso la formazione di correnti e gruppi tra gli iscritti al fine di manipolare l’esito delle ‘Parlmentarie’, orientando i voti in favore di alcuni candidati ed a scapito di altri".
Il grillino che si è rivolto allo studio legale chiede "l’immediato intervento di responsabili nazionali al fine di verificare e sanzionare le condotte sopra descritte, mettendosi sin d’ora a totale disposizione al fine di illustrare e documentare tutto quanto denunciato". Ora non sappiamo se Luigi Di Maio risponderà e manderà in Trentino suoi fedelissimi preposti ad indagare sulla faccenda e a prendere provvedimenti, ma questa lettera dà l'idea del fermento che ribolle tra i 5 Stelle trentini che nemmeno dopo la vittoria elettorale hanno ritrovato l'unità.
Una vittoria che addirittura molti mettono indubbio. Tra questi anche il consigliere comunale roveretano Paolo Vergnano, che a pochi giorni dalle elezioni si è autosospeso assieme a Rullo e Prada, entrambi consiglieri comunali in Basso Sarca, in disaccordo con la scelta delle candidature anche per loro nate in maniera poco chiara. "Non siamo andati bene - afferma - e questo è dovuto alle candidature sui collegi uninominali. Perfetti sconosciuti che nessuno ha mai visto, né noi né gli elettori".
Vergnano aspetta che la questione venga discussa all'interno del MoVimento. "Io sono ancora il detentore del simbolo che Beppe Grillo mi ha affidato per concorrere alle elezioni comunali - afferma - non me ne sono andato. Mi sono autosospeso e sarà il MeetUp a decidere che cosa succederà". Una mossa che il consigliere ha messo in atto per forzare la discussione. "Vediamo se la democrazia dal basso e la partecipazione sono ancora importanti, o se i MeetUp servono solo a espellere le persone. Io ho criticato le scelte, non le regole. Ora mi dicano se attaccare Fraccaro è lesa maestà o se invece il confronto è ancora possibile".
Vergnano poi contesta la decisione di aver creato una nuova associazione nazionale, quella che ha affidato a Di Maio 'i pieni poteri'. "Io, assieme ad altre 120 mila persone in tutta Italia, assieme a tutti consiglieri comunali, regionali e provinciali, oltre che assieme ai deputati europei, sono iscritto all'associazione Movimento 5 Stelle. Nella nuova associazione, quella che ha candidato gli attuali parlamentari, che nel simbolo ha la scritta 'blogdellestelle.it', ci sono soltanto 40 mila iscritti".
Viene fuori che il MoVimento è bicefalo, che i simboli sono due come anche le associazioni. E viene fuori che a livello nazionale è partito un ricorso firmato da 33 militanti del movimento della prima ora che rappresentano centinaia di persone riunite in un "Comitato per la Difesa dei Diritti dell'Associazione M5S". L'obiettivo è il commissariamento dell'associazione che ha espresso la totalità degli eletti negli enti locali: "Non è mai stata sciolta, gli iscritti non sono mai stati interpellati, non è automatico il passaggio nella nuova associazione", spiega Vergnano, che rispetto all'iniziativa dei 33 guarda "con estrema vicinanza e partecipazione".
Ma veniamo anche alle dichiarazioni del consigliere Filippo Degasperi che sul Corriere del Trentino di ieri, nell'intervista di Dafne Roat, parla di "alcuni paletti che per il Trentino sono eccessivi", riferendosi alla regola secondo la quale i candidati alle elezioni provinciali non devono aver candidato con altri partiti dalla data di fondazione del MoVimento 5 Stelle. Una richiesta di 'deroga' che ilDolomiti aveva anticipato nell'ottobre del 2017, emersa nel corso di una riunione del Gruppo di Lavoro. Nei verbali di cui eravamo venuti in possesso si ipotizzava addirittura il coinvolgimento della Casaleggio&Associati per dirimere la questione.
Per quell'anticipazione ilDolomiti fu criticato dal mondo grillino, come spesso succede quando si riporta la cronaca delle 'divisioni' interne ai 5 Stelle trentini, bombardato di commenti su Facebook e di recensioni negative (purtroppo questo pare essere il modus operandi). Oggi però quell'anticipazione è messa nero su bianco dallo stesso consigliere provinciale Degasperi: "Una regola che può essere valida altrove qui può essere poco produttiva".