Folgarida Marilleva, il "mistero" della società di Benevento che si sarebbe aggiudicata l'asta e l'immobilismo del sistema trentino
Una società finanziaria ha vinto l'aggiudicazione provvisoria del pacchetto di controllo della società rilanciando a 28 milioni di euro. Si teme una speculazione. Olivi: "Non sappiamo e non vogliamo sapere chi si è aggiudicato l'asta. Stiamo aspettando, invece, un segnale dall'imprenditoria trentina" che deve arrivare entro il 2 agosto
TRENTO. Il rischio? Che alle spalle ci sia una manovra di tipo speculativo. Perché diciamo questo? Perché il tam-tam di notizie filtrate, dopo l'apertura, avvenuta ieri, delle due buste giunte sul tavolo del curatore fallimentare per la "procedura competitiva per la cessione di pacchetti azionari delle società Valli di Sole, Peio e Rabbi Spa in liquidazione e Funivie Folgarida Marilleva Spa" non dovrebbe esserci, almeno fino al 3 agosto. Di cosa stiamo parlando? Delle Funivie Folgarida Marilleva che da ieri sarebbero nelle mani di una "misteriosa" società di Benevento che si è aggiudicata l'asta con un'offerta di quasi 28 milioni di euro battendo la francese Compagnie des Alps.
Una gara, però, che vive ancora di almeno una fase (quella delle offerte migliorative da presentare, appunto, entro il 2 agosto) e che a livello di "pubblicità" dovrebbe fermarsi al "valore di avvenuta aggiudicazione della gara" (come recita il bando di gara a pagina 9 con tanto di frase sottolineata). Non dovrebbero, quindi, emergere i nomi di chi ha partecipato e soprattutto di chi ha vinto per evitare turbative di qualsiasi tipo. Eppure i nomi circolano. Quello della Compagnie des Alps, da vari giorni, quello della "misteriosa" società vincitrice anche (nonostante i tre giornali cartacei oggi citino tre sigle differenti: la Omb il Corriere del Trentino, la Credit Network & Finance l'Adige e la Opm di Milano, collegata alla finanziaria Cnf spa, il Trentino).
In ogni caso stiamo parlando di una società specializzata nella gestione di crediti problematici non, quindi, di un gruppo che si dedica agli impianti sciistici, alle funivie o al turismo. E la "pista" più calda sembra essere quella che porta alla Credit Network & Finance società controllata dalla famiglia Frascino che tre anni fa ha aperto una filiale importante proprio a Benevento città natale del sottosegretario alle infrastrutture Umberto Del Basso De Caro che, scriveva l'Espresso il 17 marzo 2014 (in un'inchiesta firmata da Paolo Fantuzzi su "chi ha finanziato l'elezione di ministri e sottosegretari"), "ha raccolto 35 mila euro: 15 mila dal pastificio Rummo e 20 mila dalla Cnf, una finanziaria appartenente al gruppo Credit Network & Finance in cui il politico beneventano è consigliere d’amministrazione".
"Noi non sappiamo e non vogliamo sapere chi si è aggiudicato l'asta - commenta l'assessore provinciale allo sviluppo economico Alessandro Olivi -. Quel che ci interessa e che ci interessa ribadire è che stiamo aspettando un segnale dall'imprenditoria e dal sistema finanziario trentino. Ci viene chiesto se la Provincia interverrà. Ebbene penso che la Provincia possa intervenire solo per aiutare a completare l'ultimo miglio di un percorso che, però, deve essere avviato dai privati. Poi o la Pat o Trentino Sviluppo potranno pensare a un loro intervento ma ad oggi stiamo prendendo atto che non pare esserci la volontà di impegnarsi concretamente da parte dei privati".
La partita, però, si gioca anche sul filo della politica e la manovra "speculativa" potrebbe nascere anche da questo. Ci spieghiamo: negli scorsi giorni più volte il presidente Ugo Rossi (che ha in Val di Sole una delle sue indiscusse piazzeforti) ha ribadito che "la provincia è pronta a fare da raccordo" sulla questione e che "seguiamo con attenzione l'asta". Insomma ha, giustamente, fatto capire che l'amministrazione provinciale ci terrebbe, e non poco, a non lasciare in mani "straniere" Folgarida Marilleva, asset ritenuto strategico per il turismo trentino. In questo modo, però, ha reso l'asta di ieri più "interessante" anche per chi tutto questo interesse all'acquisto non aveva ma che sperava (e spera ancora) che alla fine arrivi una nuova, più alta offerta, proprio entro il 3 agosto. Tenere alti i prezzi, infatti, faciliterebbe le banche e gli istituti di credito collegati alla vicenda.
Ma a questo punto anche le nostre sono mere speculazioni. I fatti dicono che la base di gara era di 26 milioni di euro e"il procedimento competitivo - recita nel documento ufficiale il curatore fallimentare Luca Mandrioli - si è concluso con l’aggiudicazione al prezzo di Euro 27.980.000,00 (Euro ventisettemilioninovecentottantamila/00) oltre oneri, spese, imposte e tasse riguardanti l’atto di trasferimento delle partecipazioni, a cui dovrà essere aggiunta la somma necessaria per dar corso all’estinzione del saldo a debito dei finanziamenti bancari in essere erogati alla società Valli di Sole, Peio e Rabbi S.p.a. in liquidazione dagli Istituti di credito Banca Interprovinciale S.p.a. ed Unicredit S.p.a".
A colpi di massimo 100 mila euro le due società, la francese e l'italiana, si sono sfidate fino ad arrivare alla cifra di qui sopra e a vincere non sono stati i francesi. La successiva offerta, che sarà presentata entro il 2 agosto, obbliga un aumento del 10% rispetto a ieri. La nuova base d'asta sarà, quindi, di quasi 31 milioni di euro. Il 3 agosto tutto sarà più chiaro. La certezza, e ci mancherebbe altro, è che nessuno da questa vicenda vorrebbe perderci.