Vigiliane verso il gran finale, questa sera i fuochi e la disfida dei Ciusi e dei Gobj. Museo usi e costumi: "E' una tradizione antica"
Tra gli appuntamenti più tradizionali della kermesse patronale, la disfida rievoca un episodio accaduto nel VI secolo, ripreso in modi e forme diverse fino al IX secolo e ritornato in auge nel 1984. Ecco la storia e alcune curiosità
TRENTO. Il programma delle Feste Vigliane griffate Centro servizi culturali Santa Chiara si avvia verso la conclusione e questa sera, prima del lancio dei fuochi d'artificio alle 23, ampio spazio all'attesa disfida dei Ciusi e dei Gobj, tra gli appuntamenti più tradizionali della kermesse patronale e che rievoca un episodio accaduto nel VI secolo, ripreso in modi e forme diverse fino al IX secolo.
Dimenticata per oltre un secolo, la disfida è stata ripresa dal Comune di Trento nel 1984 in collaborazione con la 'Confraternita dei Ciusi e dei Gobj', gruppo folkloristico costituitosi in forma autonoma nel 1989. "Il decadimento e la ripresa di queste festività non deve sorprendere - spiega Giovanni Kezich, direttore del Museo Usi e Costumi di San Michele - anzi è parte del ciclo di questi eventi".
Questa rievocazione ricorda in particolare la strenua difesa di Trento e dei suoi abitanti contro i feltrini, i quali, invitati nel capoluogo dal re Teodorico per collaborare alla costruzione delle mura cittadine, avrebbero poi saccheggiato i granai durante una tremenda carestia e per non essere stati pagati: un'accesa battaglia conclusa nella vittoria dei trentini.
Leggenda o verità? "Un po' l'una e un po' l'altra - aggiunge il direttore - sicuramente la disfida riprende il rapporto di rivalità tra Trento e Feltre: città abbastanza vicine e inserite nell'arco alpino. L'origine di queste feste in generale affonda le proprie radici in qualche evento particolare: a Ivrea ricordano la sollevazione popolare contro lo 'ius primae noctis', mentre a Verona l'apertura dei forni e la distribuzione degli gnocchi. Ogni realtà riprende e rinnova una propria storia".
E la Mascherada, che si sviluppa nella lotta tra la fazione dei 'Gobj' (i trentini) in costume grigio-nero e quella giallo-rossa dei 'Ciusi' (feltrini) con al centro della contesa e premio la polenta, che rappresenta la riserva di cibo della città, ha quel sapore e ricordo del carnevale.
"Non solo la mascherada - prosegue il direttore - ma tutte le Feste Vigiliane possono essere ricondotte alla ricca e preziosa tradizione dei ludi carnevaleschi e seguono un copione ben preciso: sfilata d'apertura, mascherada, processo, tonca e fuochi d'artificio".
Nel corso del Rinascimento questi eventi subiscono un'evoluzione, trasformandosi in gioco, come il Palio di Siena, il calcio fiorentino oppure la Giostra del saracino, ma gli esempi in Italia e in Europa sono tantissimi. E allora questi appuntamenti vengono spostati nel periodo estivo, quando il calendario e il clima sono più favorevoli, spesso associandoli alle feste patronali.
"Questa è una dinamica comune - conclude Kezich - anzi queste feste nascono a capodanno, anche per questo le manifestazioni si chiudono con il lancio dei fuochi d'artificio. Tra l'XI e il VII secolo queste feste popolari sono però ritenute troppo a ridosso di quelle natalizie e quindi vengono posticipate verso carnevale per poi trovare la loro collocazione nel periodo estivo. Nonostante l'origine sia dimenticata, questi eventi, in diverse parti del mondo, continuano a scandire il ritmo dell'anno".
Questa sera cala il sipario sulle Vigiliane, ma sono ancora tante le attività per le ultime ore della festa patronale (Qui programma completo).