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Tutto secondo i piani (degli altri), Funivie Campiglio e Trentino Sviluppo offrono 31 milioni per Folgarida-Marilleva

Pronte a entrare nella cordata Pinzolo, Tonale, alcuni privati della Val di Sole, Finanziaria trentina, Isa, Itas e Mediocredito. La finanziaria non rilancia e cede il passo, comunque vincitrice di questa partita. Provincia e Cgil soddisfatte, cauto Pomini (Cisl): "Come sempre l'imprenditoria trentina interviene con i soldi dei contribuenti"

Di Luca Andreazza - 03 agosto 2017 - 19:09

TRENTO. Le funivie Folgarida Marilleva restano trentine. In seduta di rilancio arriva la busta da 30,8 milioni di euro delle Funivie Campiglio a risolvere la questione, mentre i rappresentanti della società finanziaria lasciano scadere il minuto per contro-rilanciare e stringono le mani ai nuovi proprietari dell'asset funiviario.

 

La società di Campiglio mette sul piatto dieci milioni, mentre per il restante importo corre in soccorso Trentino Sviluppo, che come deliberato dalla Giunta provinciale, interviene per 21 milioni di euro tra le forme di prestito obbligazionario (10 milioni) e quelle di prestito obbligazionario convertibile (11 milioni) e in questa prima fase non entra nel capitale sociale. Diversi sono i soggetti interessati a entrare nella newco, da Pinzolo al Tonale, dai privati della Val di Sole alle solite note, cioè Finanziaria trentina, Isa, Itas e Mediocredito.

 

Le prime reazioni sono di soddisfazione. Ride il presidente Ugo Rossi: "Questa vittoria - commenta - consente di valorizzare in chiave territoriale un asset funiviario a cui è riconducibile di fatto una buona parte del turismo dello sci del Trentino occidentale, con 150 chilometri di piste che si snodano da Folgarida a Madonna di Campiglio-Pinzolo. Lo sforzo di far convergere gli attori locali, pubblici e privati, su di un progetto così strategico ha dunque portato all'esito che ci auguravamo".

 

Ride la Cgil: "La conclusione dell'asta - spiegano Franco Ianeselli e Stefano Montani, rispettivamente segretario generale e segretario di Filt - per il controllo delle funivie Folgarida Marilleva, con l'affermazione della proposta trentina, va nella direzione da noi auspicata, che è quella di garantire un progetto di sviluppo per la società impiantistica e per l'economia del territorio, anche in vista di ipotizzate ulteriori aggregazioni, a partire da Pinzolo. Infine, per quanto riguarda il coinvolgimento finanziario della Provincia attraverso il prestito di Trentino Sviluppo, alla luce degli ultimi sviluppi, riteniamo sia stata una scelta condivisibile perché ha facilitato il successo di quell'indispensabile iniziativa da parte privata, che pur non senza difficoltà, alla fine si è determinata".

 

Ride, e tanto, soprattutto la società finanziaria. Inutile negarlo, sono loro i veri vincitori di questa partita: sono intervenuti all'improvviso, sono riusciti a mantenere alto il valore delle quote, si riprendono i soldi al piano superiore e ringraziano (Qui articolo). Tutti a 'scandalizzarsi', quando questa vicenda è nata proprio da un tentativo di speculazione della precedente gestione nell'affaire 'Aeroterminal' a Venezia. E d'altronde non poteva essere altrimenti se un ente pubblico (come la Provincia) si espone in maniera palese ancor prima dell'asta dichiarando che la volontà è quella di tenere in Trentino la proprietà di Folgarida. Apriti cielo: mai dichiarazione d'intenti poteva essere più apprezzata da una finanziaria in cerca di rilanci

 

"La nostra società - dice Sergio Collini, presidente di Funivie Campiglio - si stava preparando all'asta della prossima primavera. L'intenzione era quella di creare una 'cordata' e partecipare quando la gara avrebbe avuto importi più vicini al reale valore di mercato, intorno ai 20 milioni di euro e avremmo avuto forze autonome per acquisire gli asset".

 

Una 'presunzione' che costa l'obbligo di correre ai ripari e 30,8 milioni di euro. Mentre i trentini si 'organizzavano', il banco è infatti saltato. All'orizzonte sembrava pronto a sbarcare sul mercato italiano il colosso francese della compagnia Des Alpes, ma è l'irruzione della società Opm società cooperativa a sconvolgere il piano: prima si è assicurata la fase preliminare e poi si è seduta lungo il fiume per aspettare, puntuale, l'arrivo della Provincia.


"Questo - aggiunge il presidente - è un progetto strategico. Sicuramente l'intera operazione è sopravalutata, il reale valore degli asset si aggira tra i 12 e 16 milioni di euro, ma abbiamo fatto questo sforzo per salvaguardare il territorio per un intervento che valorizza il cuore e il sentimento, rispetto alla manovra lecita, ma squisitamente finanziaria, della società di Milano. Noi siamo consapevoli dei nostri limiti e la Provincia, attraverso Trentino Sviluppo, è intervenuta in maniera rapida e intelligente per chiudere il cerchio: questa nuova società ora può vantare un fatturato da circa 60 milioni di euro, la prima dell'arco alpino italiano e tra le prime cinque in quello europeo".

 

Un progetto quindi di sviluppo industriale e non speculativo nell'ottica di fornire le migliori garanzie, anche in termini di tutela dell'occupazione e valorizzazione delle professionalità, oggi impiegate nella società solandra. "L'eventuale acquisizione - da parte di Des Alpes - ammette Collini - ci avrebbe lasciati tranquilli. Il know-how e la professionalità dei francesi sono aspetti acclarati. Diversamente, dietro l'azione della finanziaria non sembra esistere un piano industriale, ma solo economico e quindi si è ritenuto di intervenire".

 

Ora c'è tempo fino a questo autunno dare forma alla 'cordata'. L'operazione attualmente è targata Funivie Campiglio e Trentino Sviluppo, che hanno ricevuto la disponibilità a entrare della società impianti di Pinzolo. "L'intenzione è questa. Il programma industriale - evidenzia - guarda ai prossimi dieci anni. Pinzolo ha avuto problemi finanziari e per la prima volta in quarant'anni ha chiuso il primo bilancio in positivo".

 

Un equilibrio raggiunto anche in questo caso grazie all'intervento di Trentino Sviluppo, che un po' in tutte le società impianti trentine si è accollata l'acquisizione di alcuni rami secchi. "La mission di Trentino Sviluppo - evidenzia Collini - è la gestione del territorio e supportare le industrie della Provincia per generare profitto, stare sul mercato e salvaguardare l'occupazione".

 

Un rammarico? "Non essere intervenuti già nel 2008 - sottolinea Collini - ma allora i tempi non erano maturi e non c'era abbastanza consenso. Se avessimo avuto più spirito unitario, si sarebbero risparmiate risorse e avremmo guadagnato dieci anni. Se nopn altro in circa dieci giorni ci siamo organizzati e tutto è finito per il meglio".

 

Il governatore rilancia: "Ora si tratta di mantenere questa coesione di intenti e darle concretezza - dice Rossi - formalizzando un piano industriale che completi e qualifichi ulteriormente l'offerta sciistica dei demani da Campiglio, Folgarida Marilleva e Pinzolo, puntando all'obiettivo di un soggetto unico, anche giuridicamente, capace di governare in maniera efficace e razionale le scelte dell'intero comprensorio". Un po' più cauto sembra Lorenzo Pomini (segretario della Cisl): "E' indubbiamente - commenta - una buona notizia, forse l'unica, anche per salvaguardare l'occupazione. Aspettiamo di vedere il piano industriale, anche se, come sempre, è purtroppo dovuta intervenire la politica per sollecitare e smuovere la nostra imprenditoria e le società, che partecipa solo quando a metterci i soldi è il pubblico e quindi i cittadini". E anche la Uil con Walter Alotti si dimostra meno entusiasta di Cgil e Pat e si chiede cosa chiederanno poi i privati alla Pat per mettere davvero mano al portafoglio.

 

Insomma l'imprenditoria di casa nostra nicchia e la Provincia come sempre cerca di stimolarla: "Questo settore - conclude Collini - è in crescita e sarà sempre più valorizzato per i mercati emergenti. Lo sci è un comparto in cui credere".

 

Meteo permettendo: "La Provincia - conclude Pomini - continua a investire fortemente in questo comparto e anche se i segnali non sono purtroppo dei migliori: le temperature si alzano, la neve cade sempre meno e non sempre si riesce a produrre neve programmata".

   

 

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