Scontri al Brennero, arrivano le prime denunce
I capi d'imputazione sono 'manifestazione non autorizzata', 'interruzione di pubblico servizio' e 'travisamento in volto'. Questo il risultato delle indagini di polizia per identificare i manifestanti presenti al confine contro il ripristino dei controlli e il posizionamento della barriera anti-migranti dell'Austria
TRENTO. I capi d'imputazione che emergono sono 'manifestazione non autorizzata', 'interruzione di pubblico servizio' e 'travisamento in volto'. Si sono chiuse le indagini e sono stati emessi i primi decreti di condanna per gli scontri al Brennero del maggio scorso, quando circa 500 persone si sono riversate al confine fra Italia e Austria per protestare contro la ventilata ipotesi austriaca di ripristinare i controlli e posizionare le barriere metalliche anti-migranti.
Il 7 maggio il Brennero ha vissuto un pomeriggio di forte tensione e ore di scontri al grido 'Abbattiamo le barriere'. La cronaca ha visto un violento contatto fra la polizia e i manifestanti, provenienti anche da Germania, Austria, Spagna e Grecia.
I disordini dell'ala più violenta si sono quindi spostati: prima hanno bloccato i binari della ferrovia nei pressi della stazione e poi l'autostrada che corre parallela.
La pressione delle forze dell'ordine aveva infine permesso lo sgombero delle vie di comunicazione, mentre i manifestanti erano arretrati sulla statale, prima del rompete le righe.
Il bilancio nell'immediato parlava di alcuni manifestanti e 18 agenti feriti, nessuno in modo grave, un'auto della polizia distrutta, cinque contestatori, tutti italiani, arrestati e nove fermi. Il lavoro della polizia però non si è fermato e gli sforzi delle forze dell'ordine si sono concentrati per identificare tutte le persone presenti quel giorno al Brennero. Una quindicina gli interessati dei capi d'imputazione, risultato delle indagini di questi mesi.