Gli amputano la gamba e rinasce con il downhill, la storia di Carbonhook
Alessandro Avigliano, 32 anni di Torbole, sarà la guest-star UCI Mountain Bike and Trials World Championships. Nel 2003 il grave incidente in scooter, nel 2006 la perdita dell'arto destro. Carbonhook: "Ciò che mi è accaduto, mi ha reso migliore"
TRENTO. “Il destino mi ha tolto una gamba, ma quanto accaduto nel 2003 alla fine mi ha arricchito. Ci sono stati momenti di difficoltà, ma sono riuscito a togliermi anche tante soddisfazioni”.
Questo è Alessandro Avigliano, 32 anni di Torbole. Un ragazzo che la sorte avversa ha reso più forte e che per tutti è semplicemente Carbonhook per via della protesi alla gamba destra. Domenica sarà lui la guest-star sulla pista Black Snake in occasione dell'UCI Mountain Bike and Trials World Championships.
L'antefatto avviene appunto nel 2003, quando percorrendo in scooter viale Rovereto a Riva del Garda si ritrova improvvisamente catapultato a terra (i dipendenti comunali avevano lasciato aperti alcuni tombini, senza segnalare i lavori in corso, ndr). “Non avevo capito cosa ci facessi sull'asfalto e non provavo dolore. Non avevo neppure paura, eppure ero cosciente che qualcosa stava andando via” - ricorda per Il Dolomiti il torbolano.
Tredici ore di operazione e 4 giorni di coma farmacologico: “Un grande lavoro dei medici, tutto per salvarmi la vita. Al risveglio non riuscivo però a muovere le gambe - continua Alessandro Avigliano - Dopo mesi di ospedale e anni di fisioterapia, riesco a salvare l'arto sinistro, ma quello destro purtroppo entra in cancrena”.
Quindi la decisione nel 2006: “Una scelta molto consapevole. Da un lato la stanchezza di dover trascorrere la maggior parte del mio tempo in ospedale fra operazioni, interventi e controlli, dall'altro l'esempio di Zanardi e Pistorius. Nasce così la decisione di amputare la gamba destra. Un po' come andare dal dentista: anche se non vuoi andarci, ma il dente ti fa male, ti metti il cuore in pace” – sorride Alessandro.
La tecnologia corre in suo soccorso e grazie alla nuova protesi nel 2010 inizia a praticare arti marziali. In combattimento si procura però una piccola frattura alla mano, un contrattempo che segna un'altra svolta nella vita del giovane.
E' infatti in ospedale che Alessandro Avigliano stringe amicizia con “Nick Rider” che lo convince a scoprire il mondo delle mountain bike. Scocca l'amore. “Una vera passione. Adoro fare fatica e inseguire degli obiettivi. Mi piace trascorrere oltre 6 ore a spingere la bici in salita e poi scendere a perdifiato. Il downhill è adrenalina e concentrazione, un mix perfetto”.
Grazie alla mountain bike, il giovane inaugura anche la propria attività Garda Bikersolution, un servizio di noleggio shuttle e transfer con conducente, assistenza meccanica e vacanza attiva: “Durante l'anno faccio poche gare – prosegue - soprattutto per non prendere rischi eccessivi; preferisco accompagnare i bambini in giro, creare nuovi tour, scoprire e valorizzare i piccoli negozi delle nostre valli e promuovere eventi e team”.
“Qualcosa certamente è cambiato, soprattutto l'atteggiamento mentale. - conclude Avigliana - La vittoria più grande è quella di essere riuscito a riprendermi una vita, un posto nel mondo, anche senza una gamba. La mountain bike mi ha certamente aiutato. Quanto accaduto mi ha spinto a non mollare mai, ma soprattutto a perdere i preconcetti e impegnarmi duramente. Alla fine non ho rimpianti, qualche pezzo l'ho perso, qualcosa l'ho guadagnato, il bilancio è in pareggio”.