E' Andrea Ravanelli l'imprenditore di Gardolo accusato di sfruttamento dei lavoratori in Svizzera
Questa mattina il suo nome è emerso sui principali quotidiani ticinesi. L'accusa è molto grave: avrebbe sottopagato gli operai italiani e rumeni facendoli dormire in 8-10 in un appartamento. Per laRegione si tratta "dell'ennesima squallida storia di caporalato"
LUGANO. La definiscono una "squallida storia (l'ennesima) di sfruttamento dei lavoratori in stato di bisogno" e ancora "caporalato puro degno del peggior film sulle condizione operaie di fine Ottocento? No siamo nella civilissima Svizzera, anzi nel Ticino del 2016". A scriverlo, riportandolo anche in prima pagina, laRegione, uno dei giornali di riferimento della Svizzera italiana. La storia? Quella che vi abbiamo raccontato anche noi questa mattina. Il nome dell'imprenditore trentino nei confronti del quale "sfocerà - scrive il quotidiano - un decreto d'accusa"? Adesso è di dominio pubblico. A farlo lo stesso giornale ticinese: E' "Andrea Ravanelli, vero titolare della Muvartes Sa di Stabio che a più riprese ha ingaggiato e remunerato con meno di 10 franchi l'ora operai italiani e rumeni attivi nel settore gesso".
Noi, come già scritto questa mattina (SI LEGGA L'ARTICOLO COMPLETO), il nome lo sapevamo già e avevamo già contattato lo stesso Ravanelli ieri sera il quale ci aveva risposto che "lì in Svizzera si stanno accanendo contro noi italiani, siamo nel mirino e questa è una denuncia strumentale. Io poi non c'entro niente. La questione riguarda il padrone della locale azienda". La Muvartes appunto controllata del gruppo Ravanelli in Svizzera "il cui proprietario - ci scrivono in un comunicato stampa i rappresentanti della Unia (sindacato gemellato in Italia con la Cgil) - Andrea Maghetti che figurava come amministratore unico (dall'11 ottobre, infatti, è dimissionario) in realtà era un prestanome perché dietro la Muvartes si cela Andrea Ravanelli della famiglia proprietaria del Gruppo Ravanelli, ubicato a Gardolo, provincia di Trento".
"Il Gruppo non c'entra - ci spiega Matteo Poretti della Unia - so che nell'azienda ci sono altri Ravanelli ma loro non sono coinvolti. Qui l'accusa è solo per Andrea. E la cosa che più ci ha stupito è stato vedere che tra i dipendenti sfruttati come manodopera a basso costo ci fossero anche degli italiani e in particolare anche dei trentini due dei quali sono tra i 5 che hanno denunciato la cosa al Ministero pubblico".
Secondo l'accusa Ravanelli avrebbe sfruttato i lavoratori in stato di bisogno, "una cinquantina - scrive laRegione - anche se solo 5 di essi hanno però avuto il coraggio di denunciare tutto presso il Ministero pubblico portando alla luce un malandazzo che rischia di essere la punta dell'iceberg. L'inchiesta è chiusa e si è ora in attesa del decreto d'accusa per i reati di usura e truffa ai danni delle assicurazioni sociali".