Anni '80, arrivano 'Campagna frutta pulita' e 'Progetto agricoltura ecologica, una sterzata controcorrente in difesa delle piante per affrontare il mercato
Laureato in Scienze Agrarie all'Università di Padova, dal 1961 al 1994 è stato docente all'Istituto Agrario di San Michele
Il problema residui può essere anche preso a pretesto per creare barriere commerciali di contenimento dell’esportazione, che per l’agricoltura trentina sta assumendo un ruolo insostituibile per il collocamento redditizio di mele, pere, vini ed altri prodotti minori fuori dai confini regionali e nazionali.
Era prevedibile e scontato che a tentare di dare una sterzata forte controcorrente alla gestione della difesa delle piante, melo e pero in particolare, fosse il Concopra, consorzio di secondo grado delle cooperative ortofrutticole del Trentino costituito nel 1971.
L’attività del consorzio, nato quasi in contemporanea con l’apertura dei mercati europei, fu fin dall’inizio duplice: sostegno al mercato interno e all’esportazione e assistenza tecnica ai frutticoltori associati alle cooperative aderenti tramite un gruppo qualificato di giovani consulenti.
Appoggiandosi all’Istituto agrario e alla Stazione sperimentale di S. Michele all'Adige per il necessario aggiornamento, traendo esempio dal Centro di consulenza per la fruttiviticoltura dell’Alto Adige e mantenendo stretti contatti con le autorità amministrative e sanitarie della Provincia di Trento, il Concopra ha dato vita a varie iniziative controcorrente.
'Campagna frutta pulita' e 'Progetto agricoltura ecologica' sono tappe fondanti di una vera e propria svolta epocale dei primi anni '80, quando la Provincia, sotto la spinta e con il sostegno del Servizio di assistenza tecnica dell’Esat (Ente per lo sviluppo dell’agricoltura trentina istituito nel 1978) diede vita ai protocolli d’intesa e autodisciplina per la produzione integrata di mele, uve da vino, produzioni zootecniche e ittiche.
Il sistema trentino per la produzione integrata si completerà negli anni Novanta con l’aggiunta di fragole e piccoli frutti, ortaggi di pieno campo, mais da polenta, susine, kiwi e ciliegie.
* Pt10 dell'inchiesta "Cento anni di difesa delle piante in Trentino"
dedicata alla memoria del dr. Mario Del Dot. L’iniziativa nasce da due considerazioni: il pubblico dei non addetti all’agricoltura deve essere messo in grado di farsi un’opinione personale sulle questioni che riguardano fitofarmaci e salute; ripercorrere un secolo di interventi di difesa fitosanitaria, consente di cogliere i cambiamenti migliorativi ottenuti anche per merito di persone preparate e coraggiose. Tra queste merita un posto di rilievo il dr. Mario Del Dot scomparso qualche mese fa. Ha iniziato la sua attività come medico condotto a Tuenno occupandosi in prima persona di fitofarmaci e di prevenzione dei pericoli che derivavano dal loro impiego. Nella sua operosa carriera di medico pubblico e di docente universitario si è poi occupato anche di malattie legate al lavoro agricolo.