Valsugana, Cia: "Il Ceggio, il torrente dei pescatori, è una fogna a cielo aperto"
Le acque del Ceggio in Bassa Valsugana, secondo l'analisi di Sea, sono profondamente inquinate. Alti i tassi di escherichia coli e azoto ammoniacale a causa delle acque residuali proveniente dall'impianto di depurazione di Torcegno. Cia: "Danno ambientale e i cittadini pagano cinque volte quanto dovuto da chi è collegato alla fognatura"
TORCEGNO. La presenza di Escherichia coli raggiunge le 250 mila Ufc (Unità formanti colonie, ndr) su 100 millilitri e 32 milligrammi di azoto ammoniacale per litro. Questo il risultato delle analisi condotte dal laboratorio Sea sul campione prelevato nel torrente Ceggio in Bassa Valsugana. Il monitoraggio condotto invece nelle acque a monte sono pure e limpide con valori inferiori al limite di rilevabilità. I dati di inquinamento sarebbero quindi da ricondurre alla presenza dell'impianto di depurazione che serve Torcegno.
(I risultati delle analisi del Ceggio a valle)
"Le leggi provinciali - spiega Claudio Cia, leader di Agire - prevedono il limite di 2 mila Ufc per 100 millilitri per l'escherichia coli e 3 milligrammi per litro in merito all'azoto ammoniacale: il Ceggio presenta a valle valori rispettivamente pari a 50 e 10 volte oltre il limite. Andando oltre il tentativo di minimizzare del sindaco di Torcegno, secondo la quale tutto è sotto controllo e nessuno si è mai lamentato, si tratta di un'emergenza ambientale. Questi dati allarmanti confermano la grave situazione di inquinamento che si perpetua da decenni nel torrente, caratterizzato da un aspetto e un odore paragonabile a una fogna, dove non è presente nessuna forma di vita. Nel caso dell'azoto ammoniacale, aggiungiamo che per lo scarico in pubblica fognatura di acque reflue industriali, il valore limite considerato è pari a 30 milligrammi: il risultato è ugualmente fuori norma. La responsabilità di questa situazione è da attribuire esclusivamente alle amministrazioni comunali e provinciali presenti e passate per non aver trovato un rimedio e per non aver adeguato i servizi alla crescita del paese".
Sabato 8 ottobre su segnalazione di alcuni residenti e pescatori, Claudio Cia effettua un sopralluogo in Bassa Valsugana per verificare lo scarico nel torrente Ceggio, un affluente del Brenta, delle acque residuali provenienti dall'impianto di depurazione che serve l'abitato di Torcegno. Il campionamento è stato eseguito direttamente dal consigliere provinciale mediante materiale sterile e quindi consegnati al laboratorio per le analisi: "La notizia del sopralluogo era uscita sulla stampa: ci siamo quindi cautelati facendo consegnare i campioni da una terza persona e indicando il torrente Réza dei Molini in zona Vigolo Vattaro al fine di evitare interferenze. Il laboratorio di analisi è lo stesso a cui si affida solitamente la Provincia specializzato nella gestione diretta degli impianti di depurazione e quindi garanzia di professionalità".
L'abitato di Torcegno è servito da un impianto Imhoff, che è tecnicamente considerato al pari di una fossa settica, una vasca di sedimentazione che viene solitamente utilizzata per insediamenti civili inferiori ai 50 abitanti o utilizzata come trattamento sgrossante di liquami civili prima che questi vengano immesse nelle pubbliche fognature: "Non è il caso di Torcegno: il sindaco Ornella Campestrini ci ha confermato che gli abitanti del paese sono 700, le unità salgono a 1.200 durante l'estate. Il Comune è costretto a intervenire nella vasca ogni 6 mesi per rimuovere tutti i rifiuti solidi, ma il liquame resta e viene scaricato nel torrente. Oltre al danno la beffa: i residenti di Torcegno pagano una tariffa per lo smaltimento cinque volte rispetto a chi è collegato alla fognatura di fondovalle".
I consiglieri Cia, Bottamedi, Fugatti e Bezzi hanno già consegnato la documentazione al Nucleo tutela ambientale dei carabinieri per le opportune considerazioni: "La Valsugana - spiega Manuela Bottamedi del Gruppo Misto - ha già dato in termini ambientali, a causa di uno sviluppo non adeguato e dove a pagarne le conseguenze sotto il profilo della salute, dell'economia e del sociale sono i cittadini. Nel 2016 sembra impossibile soffrire dal punto di vista delle opere igienico-sanitarie, ma non è l'unico caso in Trentino".
Il riferimento è alla mancanza di un sistema fognario a Pergolese: "Nel 2010 - continua Bottamedi - il Fondo Unico Territoriale ha assegnato dei finanziamenti che secondo la delibera provinciale devono interessare i bisogni civili primari, quindi fognature e acquedotti. Nello specifico è stato stanziato un contributo destinato a Pergolese pari a 1 milione e 200 mila euro: sono passati sei anni, nel frattempo il progetto non è mai partito e sono state realizzate l'ennesima caserma dei pompieri e un centro sportivo, un'autentica cattedrale nel deserto. I servizi ai cittadini subiscono dei tagli, le strutture di base non vengono realizzate, ma d'altronde la politica privilegia le opere che hanno un ritorno elettorale e le fognature in questo senso non portano benefici".
"La Comunità di valle Bassa Valsugana-Tesino - conclude Cia - ha ottenuto un finanziamento di 3 milioni di euro e l'assessore Carlo Daldoss ha istituito tavoli di confronto coinvolgendo diversi sindaci per individuare dei progetti. Daldoss conosce benissimo quali sono le priorità, ma siamo davanti a manovre di rapporti e relazioni in vista delle elezione del 2018. Se accetta un consiglio, un'idea su dove investire questi soldi già l'abbiamo, cioè collegare Torcegno al collettore della Valsugana, ma le fognature non portano voti".
(Analisi del Ceggio a monte)