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Fitofarmaci e salute, cento anni di difesa delle piante in Trentino. Il ruolo dell'agricoltore nell'agro-ecosistema

Comincia oggi un'inchiesta (dedicata alla memoria del dottor Mario Del Dot) a puntate per avvicinare il grande pubblico all’agricoltura permettendogli di farsi un’opinione personale su uno dei grandi temi del nostro territorio: il rapporto tra natura, pesticidi e salute (dell'uomo e dell'ambiente)

Di Sergio Ferrari - 30 gennaio 2017 - 07:04

TRENTO. Si chiama "Cento anni di difesa delle piante in Trentino" ed è dedicata alla memoria del dr. Mario Del Dot la nostra inchiesta a puntate che comincia oggi. L’iniziativa nasce da due considerazioni: il pubblico dei non addetti all’agricoltura deve essere messo in grado di farsi un’opinione personale sulle questioni che riguardano fitofarmaci e salute; ripercorrere un secolo di interventi di difesa fitosanitaria, consente di cogliere i cambiamenti migliorativi ottenuti anche per merito di persone preparate e coraggiose. Tra queste merita un posto di rilievo il dr. Mario Del Dot scomparso qualche mese fa. Ha iniziato la sua attività come medico condotto a Tuenno occupandosi in prima persona di fitofarmaci e di prevenzione dei pericoli che derivavano dal loro impiego. Nella sua operosa carriera di medico pubblico e di docente universitario si è poi occupato anche di malattie legate al lavoro agricolo.

 

L’AGRICOLTORE E’ AL CENTRO DELL’AGRO-ECOSISTEMA

 

La difesa delle piante dalle avversità è un aspetto importante, ma rappresenta solo una parte del lavoro svolto dall’agricoltore. Il percorso di cento anni di difesa delle piante in Trentino è stato ricostruito avendo costantemente presente il disegno rappresentativo di un agro-ecosistema. Al centro c’è una pianta con le radici nel terreno e la parte superiore fuori terra per assorbire anidride carbonica e ricevere luce necessaria per la fotosintesi clorofilliana. Dal terreno la pianta assorbe acqua e ioni minerali. Intorno alla pianta si trova una corona di elementi vivi e di fattori inanimati ed esterni che ne influenzano singolarmente la vita e la produttività.

 

Del primo gruppo fanno parte: insetti, acari e altri animali dannosi (fitofagi); insetti e acari utili in quanto predatori o parassiti di fitofagi; insetti indifferenti nei confronti della pianta ma che rappresentano prede di altri esseri viventi o che si nutrono di residui; batteri e altri micro e macro organismi che vivono nel terreno e svolgono varie funzioni utili o dannose alla pianta (batteri patogeni, trasformatori di sostanze organiche, azotofissatori che vivono in simbiosi con le radici delle Leguminose); erbe infestanti che sottraggono ioni minerali e acqua alle radici della pianta; funghi terricoli che stabiliscono rapporti di reciproca utilità con le radici della pianta (micorrize); funghi microscopici agenti di malattia (crittogame).

 

Rientrano nel secondo gruppo: il clima, i trattamenti antiparassitari, gli interventi agronomici. Rapporti di segno negativo o positivo si stabiliscono anche tra i singoli fattori. Il clima, ad esempio, non condiziona solo la vita della pianta, ma può favorire o rendere difficile lo sviluppo di insetti fitofagi e degli utili.

 

Gli antiparassitari (fitofarmaci, agrofarmaci, prodotti fitosanitari ) contrastano lo sviluppo delle crittogame o degli insetti fitofagi, ma possono eliminare anche gli insetti utili. L’agricoltore fa parte dell’agro-ecosistema e può modificarlo variandone la complessità fino a modificarlo in maniera irreversibile. Già realizzare una piantagione o un impianto di specie arboree od arbustive all’interno di un ecosistema primario comporta una rottura artificiale dell’equilibrio originario

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