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Daniza, due anni dopo. Parla il servizio foreste: "Fu bruttissimo anche per noi"

Groff ricorda quel settembre del 2014, tra minacce, insulti e gli occhi del mondo puntati sul Trentino: "Quando ci hanno detto che era morta è stato un colpo durissimo. E ci hanno anche accusato di averla uccisa di proposito" 

Daniza in una foto con i suoi due cuccioli
Di Luca Pianesi - 04 settembre 2016 - 15:54

TRENTO. "Quelli di Daniza sono stati giorni davvero terribili per tutto il servizio foreste. Arrivavano insulti e minacce da tutta Italia. Ed alla fine è andata come peggio non si poteva. Ci hanno anche accusato di averla ammazzata". Siamo al Bosco della Città, a due passi dal Casteller, il luogo dove Daniza sarebbe stata portata due anni fa se quel 10 settembre le cose non fossero andate tutte storte. Ad accompagnarci è Claudio Groff, dell'ufficio foreste e fauna della Provincia, colui che in quei giorni aveva dovuto sopportare gran parte del peso della comunicazione con le testate di tutto il mondo.

 


Groff al Bosco della Città
Groff al Bosco della Città

 

Dal The Guardian alle petizioni interazionali, infatti, i riflettori in quell'inizio di settembre del 2014 erano tutti puntati sul Trentino e sulla “caccia” dei forestali all'orsa che aveva aggredito Daniele Maturi. “E' stato un periodo davvero brutto – racconta Groff -. Abbiamo avuto pressioni molto forti soprattutto dagli animalisti che venivano da fuori regione. Quelli trentini e altoatesini si sono comportati in maniera molto più educata ed avevano anche le loro ragioni. Ragioni che ovviamente, in parte, condividevamo anche noi perché come servizio foreste siamo quelli che questi animali li conoscono meglio. Praticamente, uno ad uno. Li monitoriamo, li seguiamo giorno per giorno. Tutto avremmo voluto tranne che finisse così. Quando gli operatori ci hanno telefonato per dirci che Daniza era morta è stato un momento terribile. Eppure, come poi è stato accertato successivamente, tutto era stato fatto seguendo le procedure. Tanto è vero che il cucciolo che era stato catturato con lei si era addormentato senza problemi. L'orsa probabilmente era troppo anziana, aveva infatti già 19 anni, ed era stressata per la “fuga” che andava ormai avanti da giorni. O più semplicemente, come purtroppo a volte accade anche agli esseri umani, non ha retto all'anestesia. Per noi è stato un colpo durissimo, comunque, sia sul piano emotivo che mediatico”.

 

Questa estate le cose sono andate decisamente meglio anche rispetto allo scorso anno quando a giugno si erano verificate due aggressioni, la seconda delle quali molto grave ad un uomo che stava facendo jogging sopra Cadine. “In realtà sul piano dei danni quest'anno probabilmente alla fine ne conteremo di più, in valore assoluto, rispetto allo scorso anno – prosegue Groff – tra alveari rotti, capi abbattuti e frutta rubata dagli alberi. Mentre il 2014 e il 2015 erano state annate di calo deciso calo delle domande di indennizzo. Però certo, sul piano mediatico c'era stata un'attenzione tutta diversa. Siamo comunque perfettamente nei parametri che ci aspettavamo e direi che tutto il progetto orso sta ricevendo tanti complimenti da tutto il mondo. Quel che dobbiamo evitare è quanto è successo in Austria: lì gli orsi sono diventati troppo confidenti con l'uomo e le persone hanno cominciato a eliminarli da soli a braccarli. Per questo gli esemplari che si avvicinano troppo ai centri abitati vanno monitorati e in qualche caso catturati come è successo a M11 nel 2013 e come sarebbe dovuto succedere a Daniza nel 2014”.

 


 

E il bracconaggio esiste anche in Trentino. L'anno scorso infatti l'orso M6 è stato trovato morto in Val di Non ucciso per avvelenamento. “Capita purtroppo – aggiunge Groff – anche se facciamo di tutto per evitarlo facendo interventi antibracconaggio anche con i cani. La cosa più importante, come detto, è che gli orsi non diventino troppo confidenti. Ma ci stiamo attenti. La cucciola di Daniza, per esempio, è un esemplare che tende ad avvicinarsi un po' troppo ai centri abitati, mentre il maschio è molto più schivo. Al momento non c'è nulla di preoccupante ma la teniamo d'occhio".

 

E a breve la possibilità di tenere d'occhio gli orsi la potranno avere in molti perché tra i progetti che ci sono in cantiere c'è anche quello di promuovere una nuova forma di turismo, il bear watching. "Secondo me potrebbe essere una grande occasione per far conoscere meglio gli orsi alle persone e potrebbe dare un'ulteriore spinta al turismo - conclude Groff -. Ma queste sono considerazioni che spettano ad altri come Trentino Marketing. Noi del servizio foreste possiamo mettere a disposizione le nostre competenze. Sappiamo dove gli orsi passano con una certa frequenza e saremmo ben lieti di aiutare turisti e residenti a conoscere meglio questo fantastico animale". 

 


(Foto Rizzoli) Archivio fotografico servizio foreste e fauna
(Foto Rizzoli) Archivio fotografico servizio foreste e fauna
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