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Pesticidi, per l'Ispra Trentino maglia nera. Dallapiccola risponde a Borgonovo Re: "Ma il mercato ci premia"

La consigliera del Pd ha interrogato l'assessore all'ambiente per sapere come mai negli anni non si sia riusciti ad abbassare i livelli di principi attivi per ettaro di superficie agricola utilizzata ma la risposta non l'ha convinta: "Avrei preferito conoscere le azioni puntualmente messe in atto dalla Provincia per ridurre i pesticidi"

Di Luca Pianesi - 22 maggio 2018 - 18:02

TRENTO. I mercati avrebbero premiato il Trentino perché i metodi applicati per ridurre i pesticidi sarebbero apprezzati. Questa la magra riflessione dell'assessore Dallapiccola a margine della sua risposta all'interrogazione della consigliera provinciale del partito democratico, Donata Borgonovo Re, che chiedeva informazioni in merito agli allarmanti dati pubblicati dall'Istituto superiore per la Protezione e la ricerca ambientale. Nel silenzio generale, infatti, due settimane fa l'Ispra ha pubblicato il suo "Rapporto nazionale pesticidi nelle acque 2018" rilevando come la Provincia di Trento resti il territorio con il più alto livello di principi attivi per ettaro di superficie agricola utilizzata d'Italia, seconda solo al Veneto.

 

Ve ne abbiamo dato notizia sabato 12 maggio e quanto prodotto è diventato oggetto di un'importante interrogazione firmata dalla consigliera Donata Borgonovo Re che all'assessore all'ambiente ha chiesto "quali azioni siano state intraprese dalla giunta per la progressiva riduzione, fino all'eliminazione, dell'utilizzo di sostanze fitosanitarie dannose per la salute e l'ambiente, visti gli eccessivi livelli di contaminazione delle acque, e quanto si sta facendo sul piano della formazione e dell'informazione degli operatori agricoli". 

 

E la risposta dell'assessore Dallapiccola data quest'oggi in consiglio è stata piuttosto deficitaria: "Premesso che la risposta è molto complessa e necessiterebbe di più tempo, effettivamente il rapporto sui pesticidi in agricoltura nel 2015 e 2016 (l'ultimo rapporto del 2018, infatti, è riferito a quella annata ndr) dimostra da un lato il monitoraggio in atto e dall’altro che i principi attivi rilevati sono più di un centinaio. Vi sono più diffuse tracce di pesticidi nei siti anche perché migliora la capacità di analisi. I contaminati risultano minoritari oltre 2 punti sotto la media nazionale. Si è passati da 13 a 9 casi di siti contaminati. Nel 2015 - prosegue Dallapiccola - sono stati prodotti molti sforzi con il piano gestione acque. Gli operatori agricoli sono molto arrabbiati con l’assessore perché sono stati introdotti limiti importanti nell’uso delle sostanze fitosanitarie. Tuttavia i mercati hanno premiato il Trentino perché i metodi applicati per ridurre i pesticidi sono apprezzati. Certo tutto questo non basta ma l’impegno della Provincia c’è".

 

La risposta dell'assessore si concentra, insomma, sull'inquinamento delle acque (un dato che, lo diciamo sempre, è difficile da confrontare con le altre regioni perché bisogna vedere quante sostanze vengono cercate e in quale misura) e svia, invece, sul dato dei principi attivi per ettaro di superficie agricola utilizzata. Aspetto questo che non è sfuggito in aula e la stessa Borgonovo Re ha replicato spiegando che ''pur non dubitando delle fortune merceologiche dei prodotti trentini avrei preferito conoscere le azioni puntualmente messe in atto dalla Provincia per ridurre i pesticidi, come il divieto di effettuare il diserbo chimico vicino ai corsi d’acqua e la prescritta eliminazione entro il 2018 di 80 sostanze fitosanitarie". La Provincia, ha concluso la consigliera, dovrebbe svolgere un ruolo di controllo, accompagnamento e formazione "che mi auguro eserciti".

 

Qualcosa sicuramente è stato fatto in questi anni ma qualcosa di più si sarebbe potuto fare. In Alto Adige hanno valori dimezzati rispetto a quelli del Trentino per quanto riguarda il livello di principi attivi per ettaro di Sau eppure scendono in strada, protestano, si battono per avere comuni ''pesticidi free''. Qualche giorno fa a Caldaro si è tenuta una marcia di protesta alla quale hanno partecipato oltre 250 persone. E il tema è di cruciale importanza non solo per quanto riguarda la salubrità dell'ambiente e la salute di chi ci vive ma anche sul piano economico. Il marchio Trentino funziona ma potrebbe funzionare ancora di più se riuscisse a togliersi di dosso la storica ''maglia nera'' per l'utilizzo dei pesticidi. 

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