Capre sbranate a Cavalese dal lupo? Altra fake news sono stati dei cani ma da Agire all'Upt tutti pronti ad aizzare le folle
Dopo l'avvenuta predazione a Masi si erano sprecati i soliti titoloni sui giornali e i consiglieri De Godenz, Passamani e Tonina avevano scritto: "Troppi danni sia in Trentino che in Alto Adige'' (altra notizia falsa visto che in provincia di Bolzano nel 2017 i danni da lupo sono stati equivalenti a una mensilità di un consigliere provinciale)
CAVALESE. Avevano tutti gridato ''al lupo, al lupo'' e fosse stato per la politica e la stampa locale mancava solo l'assembramento in piazza a Cavalese, con torce, forconi, qualche fucile e via di battuta di caccia notturna per recuperare la testa dell'immonda bestia. I giornali, infatti, avevano titolato all'unisono "Il lupo sbrana due capre'' sbattendo in prima pagina immagini e titoloni e la politica non aveva perso tempo a soffiare sul fuoco della rabbia al grido di ''altre poveri animali straziati dal lupo, è ora di dire basta''.
Immediatamente l'Upt con De Godenz, Passamani e Tonina avevano fatto un comunicato stampa esprimendo ''forte vicinanza alla Società allevatori caprini Val di Fiemme e agli allevatori che hanno subito, nella notte tra domenica e lunedì scorso a Malga Bassa di Masi di Cavalese l’ennesimo attacco predatorio ai danni del loro gregge (...). Siamo convinti sia l'ora di trovare un modo di convivere tra uomo e lupo diverso".
E dall'altra parte Claudio Cia con Agire aveva subito depositato un'interrogazione. Questo l'attacco: "Quanto accaduto nella notte fra il 27 e 28 maggio 2018 presso la “Malga delle Caore” a Masi di Cavalese assume connotati di pericolosità gravissima per l’incolumità di persone e animali. Mi riferisco all’attacco subito dalle greggi radunate come di consueto nel recinto adiacente alla malga, che ha visto come tragico epilogo l’uccisione di due capre, il ferimento di altre due, di uno dei due cani da pastore, lo shock dell’intero gregge con conseguenze non immediatamente valutabili (aborti, riduzione della produzione di latte, stress…), la paura diffusa a livello degli stessi pastori, che si ritrovano ad operare da soli in zone per definizione disabitate".
Noi la notizia non l'avevamo data. Per due ragioni: la prima è che se le capre sono lasciate senza protezioni in zone dove gravita il lupo non dovrebbe essere una notizia il fatto che qualche esemplare finisca per essere ucciso. Semmai la notizia dovrebbe essere: "Ancora un allevatore senza i recinti elettrificati e senza i cani da guardiana. Cosa fa la politica per attrezzare i nostri pastori?". Ne abbiamo ricevute di queste foto come ne riceviamo di animali selvatici trovati morti nei boschi. Foto che prontamente troviamo poi usate in articoli e interrogazioni corredate da titoli del tipo ''Il lupo sbrana tre mufloni'', ''Il lupo attacca un altro cervo'': ma questa si chiama natura e/o ciclo della vita e funziona così, c'è ben poco da stupirsi.
La seconda ragione è che prima di fare allarmismo bisogna attendere le opportune verifiche: le pecore uccise a Masi di Cavalese, infatti, non presentavano i tipici segni dell'attacco di un lupo (per esempio non c'erano segni all'altezza della pancia primo punto che viene attaccato, una volta stesa la preda, per cibarsi delle viscere). E, infatti, i risultati sono arrivati e scagionano il lupo in toto. Ad uccidere le caprette di Masi di Cavalese sono stati dei cani selvatici come erano stati dei cani selvatici a inseguire un ciclista in provincia di Belluno ma anche in quel caso tutti avevano parlato del tentativo di aggressione a un uomo da parte di due lupi e in prima pagina c'era andata la solita storia di allarmi e paure. Insomma la disinformazione sull'argomento continua e la politica, da tutte le parti, la cavalca di gusto.
I consiglieri dell'Upt, tra l'altro, nel loro comunicato stampa aggiungevano: "Siamo inoltre convinti sia giunta l’ora di trovare un modo di convivere tra uomo e lupo diverso, anche se sappiamo complesso da identificare, poiché i branchi di lupi che si sono formati negli ultimi anni hanno causato danni ingenti, in Trentino e Alto Adige, così come in Austria e Germania, rischiando di minare la presenza delle greggi di pecore e animali da pascolo sui monti del Trentino e del Südtirolo". Ebbene anche questi "danni ingenti" non si sa dove li vanno a trovare i consiglieri dell'Upt. La Provincia di Bolzano poco più di un mese fa ha conteggiato, nel 2017, in 9.680 euro i danni da lupo in un anno in Alto Adige. Praticamente niente, lo stipendio mensile lordo di un consigliere provinciale.
In Trentino i danni calcolati dalla Pat nel 2017 causati dal lupo sono stati di 46.925,59. La Provincia, invece, di prevenzione ha speso (tra prevenzione lupi e orsi) poco meno di 70.000 euro a seguita delle richieste di allevatori e agricoltori. Poco. Pochissimo. Evidentemente è questa la voce che andrebbe potenziata e dovrebbe essere molto ingente se le intenzioni di cambiare fossero concrete e reali.